Portici. «Erano due bravissimi ragazzi: salutisti e disponibili. Sono convinto della loro buona fede: si tolga dalla testa chi, solo per un attimo, ha pensato potessero essere ladri o rapinatori. Neanche se lo avessi visto con i miei occhi, ci avrei creduto». A parlare è Francesco, un amico di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, i due giovani di 26 anni e 27 anni uccisi in via Marsiglia a Ercolano da un camionista con la passione per la caccia.
A due giorni dalla tragedia, c’è dolore e sgomento nelle parole e nei volti di chi conosceva bene le vittime. Tullio e Giuseppe, in località San Vito, avevano una comitiva affiatata che si vedeva spesso per andare a mangiare un gelato o vedere film e le partite di calcio in televisione. «Conoscevo Tullio da tempo: me lo presentò un amico comune ora in Francia, mentre Giuseppe l’ho conosciuto questa estate e facevano parte del nostro gruppo di amici di San Vito – racconta Francesco – Quella maledetta sera Tullio mi chiese di andare a vedere la partita del Napoli nel bar dello zio, in corso Garibaldi a Portici e mi disse che sarebbe venuto a prendermi con la motocicletta anziché con l’auto per parcheggiare con più facilità. Declinai l’invito: non volevo fare tardi perché il giorno dopo mi sarei dovuto alzare presto. Poi lui si è organizzato con Giuseppe e successivamente, dopo la partita, forse si sarebbe recato a casa per posare la motocicletta e prendere l’auto, la Fiat Panda. Al termine della partita del Napoli, verso le 23, Tullio ha invitato anche una nostra amica della comitiva di San Vito per mangiare insieme un cornetto ma lei ha detto no. Credo che quella sera Tullio e Giuseppe si siano trovati lì in via Marsiglia per fare delle guide automobilistiche».
Giuseppe, racconta Francesco, aveva la patente ma non guidava e spesso era l’amico Tullio che lo aiutava. Tullio lavorava come operatore al Mercato dei Fiori a Ercolano: «La notte lavorava e la mattina riposava. Poi nel tardo pomeriggio aveva l’abitudine di uscire a far compere o a fare footing e la sera usciva con gli amici. A volte non rincasava neanche per andar direttamente al Mercato».
Francesco prosegue e aggiunge: «Verso le 23 credo che Tullio e Giuseppe si siano ritrovati lì in via Marsiglia. So che Giuseppe era solito esercitarsi al volante in quella strada anche con un altro nostro amico della zona. Si partiva dalla parte bassa di via Marsiglia per poi inerpicarsi e salire. Tullio era il tipo di persona che aveva l’auto e te la faceva portare, era generoso. E Giuseppe quella sera avrà imboccato quella via, sarà salito lì sulla strada maledetta. Giuseppe aveva un po’ di difficoltà a salire e si faceva aiutare. E così Tullio si sarà messo al volante per aiutarlo».
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