Torre del Greco. Missione in Senato per i risparmiatori della Deiulemar compagnia di navigazione, pronti a sollecitare nuovamente i parlamentari e il governo per accedere ai fondi previsti per le «vittime» degli istituti di credito. Obiettivo dell’ennesimo viaggio della speranza a Roma è consegnare nelle mani del presidente della commissione bilancio di Palazzo Madama nonché componente della commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario Daniele Pesco la petizione promossa nelle scorse settimane all’ombra del Vesuvio.
Una raccolta di firme capace di racimolare centinaia di sottoscrizioni tra Torre del Greco, Ercolano – compreso il sindaco Ciro Buonajuto, vice-presidente nazionale dell’Anci e figura di spicco di Italia Viva – e Procida. Firme recuperate proprio per chiedere il riconoscimento dei truffati della cosiddetta «Parmalat del mare» alla stregua dei risparmiatori traditi dagli istituti di credito.
E consentire, dunque, all’esercito dei 13.000 truffati dagli armatori-vampiri della Deiulemar compagnia di navigazione la possibilità di accedere ai soldi stanziati nel fondo indennizzo risparmiatori, destinato a chi si è ritrovato dall’oggi al domani senza i soldi affidati agli istituti di credito.
Una proposta di legge avanzata dal deputato Luigi Gallo, pronto – insieme ai consiglieri comunali del M5S a Torre del Greco, Vincenzo Salerno e Santa Borriello – a sostenere la delegazione dei creditori della Deiulemar compagnia di navigazione: «La normativa attuale – si legge nella petizione – prevede l’accesso al fondo solo per i risparmiatori di banche in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del primo gennaio 2018», escludendo così i «risparmiatori che hanno acquistato strumenti finanziari di debito emessi da società che non svolgono attività di intermediazione finanziaria o bancaria, iscritte nell’elenco Consob, come il caso dei risparmiatori del gruppo Deiulemar compagnia di navigazione».
Riuscire a riaprire il discorso sul riconoscimento dei 13.000 truffati come vere e proprie «vittime» del sistema economico-finanziario potrebbe così essere il primo passo per provare a recuperare parte dei risparmi scomparsi nel nulla.
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