Monitoraggio digitale agli scavi, Villa Arianna in 3d
CRONACA
21 novembre 2021
Monitoraggio digitale agli scavi, Villa Arianna in 3d

Monitoraggio digitale, attraverso l’utilizzo di speciali laser scanner, dello stato di degrado e di conservazione delle strutture archeologiche. Questa l’ultima attività di ricerca sperimentale, che vede il Parco archeologico di Pompei come campo privilegiato di applicazione delle nuove tecnologie in materia di rappresentazione e monitoraggio dei reperti e delle domus. L’ennesima iniziativa che consentirà dunque di acquisire informazioni per la gestione digitale dei processi di conservazione, programmazione e manutenzione del sito. Giovedì scorso sono iniziate le attività di rilievo con laser scanner della domus di Arianna. I dati, una volta raccolti, confluiranno in una piattaforma HBIM, che per la prima volta sarà applicata al contesto archeologico di Pompei. «HBIM è acronimo di Heritage Building Information Modeling, una tecnologia che consente di acquisire informazioni per la gestione digitale dei processi di conservazione e manutenzione del sito nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità economica e ambientale nella gestione del patrimonio archeologico» fanno sapere dal Parco archeologico di Pompei. L’obiettivo del progetto – realizzato assieme all’Università Federico II di Napoli e al Politecnico di Milano, che conduce da anni ricerche sul superamento dei modelli tradizionali di archiviazione dei dati – è quello di pianificare in modo strategico le operazioni di manutenzione. E ancora «il monitoraggio del degrado, anche strutturale, dell’edificio, attraverso un confronto informatizzato tra un dato inserito nel modello digitale e lo stesso rilevato in tempo reale tramite sensori; la pianificazione degli interventi di restauro; la catalogazione delle informazioni; la simulazione degli effetti di eventi catastrofici» tra i quali anche possibili terremoti. L’obiettivo del gruppo di ricerca è anche quello di portare a compimento l’idea progettuale di un prototipo di piattaforma HBIM, calata su un’insula del Parco archeologico pompeiano in 6 mesi, per definire in una seconda fase la relativa dimostrazione di funzionalità. L’attività di ricerca e di sperimentazione coinvolgerà docenti e giovani ricercatori, avvalendosi anche della consulenza del Distretto tecnologico Stress, per realizzare indagini non invasive e per l’elaborazione della piattaforma digitale. Il gruppo di ricerca, tra gli altri, è composto da Renata Picone, Mario Losasso, Luigi Veronese, Enza Tersigni, Eduardo Bassolino, Mariarosaria Villani (Università Federico II di Napoli); Stefano Della Torre, Luisa Ferro, Daniela Oreni (Politecnico di Milano); Costanza Miliani, Elena Gigliarelli, Filippo Calcerano, Cristiano Riminesi (C.N.R.); Gabriel Zuchtriegel (Direttore Generale del Parco archeologico di Pompei),  Alberto Bruni, Arianna Spinosa, Vincenzo Calvanese, Raffaele Martinelli.