Torre del Greco. C’è una data segnata in rosso sul calendario di chi punta a un ritorno immediato alle urne a Torre del Greco: il prossimo 24 febbraio, infatti, il ministero dell’Interno chiuderà la lista delle città al voto tra fine maggio e inizio giugno. «Ora o mai più», si sono detti i falchi di palazzo Baronale a caccia della «testa» del sindaco Giovanni Palomba e di una nuova campagna elettorale. Così la mozione di sfiducia annunciata a inizio settimana è stata ufficialmente protocollata e sarà discussa in consiglio comunale, appunto, prima del prossimo 24 febbraio. Ma, sebbene attesa, la crociata per staccare la spina alla carovana del buongoverno non ha risparmiato sorprese. E promette di accendere il dibattito politico all’ombra del Vesuvio fino allo scontro decisivo in aula.
I traditori di Palomba
In calce alla mozione di sfiducia ci sono dieci firme. Ma, scorrendo l’elenco, si scopre come solo tre sottoscrittori – l’ex sindaco Valerio Ciavolino e i pentastellati Vincenzo Salerno e Santa Borriello – siano stati eletti all’opposizione. I restanti sette consiglieri comunali sono, infatti, tutti «figli» di Giovanni Palomba: a partire dai dissidenti della prima ora – il soldato Luigi Caldarola, il casilliano Vittorio Guarino, il camaleonte Ciro Piccirillo, Salvatore Gargiulo e Simone Gramegna – fino agli ultimi traditori del mandato Luisa Liguoro e Gaetano Frulio, peraltro rimasto aggrappato alla comoda (e remunerativa) poltrona da presidente del consiglio comunale. «La mozione di sfiducia è promossa da una pluralità di anime politiche che hanno maturato la consapevolezza della fine di un’esperienza deludente e sentono l’esigenza di perseguire, ognuno per il proprio conto, progetti futuri alternativi – spiegano Luigi Caldarola e Vincenzo Salerno – In questi anni le delusioni sono state eccessive, se confrontate alle azioni messe in atto».
Gli assenti eccellenti
Concetti, evidentemente, insufficienti a convincere le uniche due donne del centrodestra sedute tra gli scranni del consiglio comunale: Romina Stilo e Carmela Iacomino hanno deciso di non aderire, al momento, a un’iniziativa promossa da un’ampia fetta di centrosinistra in passato «amico» di Giovanni Palomba. Concetti esplicitati dal segretario cittadino della Lega: «Il Pd apre la campagna elettorale e, prima che la nave affondi, prova a fuggire a gambe elevate, dando il benservito al sindaco Palomba e denunciando solo ora la catastrofe in cui versa la nostra città nel maldestro tentativo di sfilarsi dalle proprie responsabilità – afferma Maria Gabriella Palomba -. Tutto ciò, dimenticandosi di essere stato proprio tra gli artefici di quella catastrofe che oggi denuncia, provando, in maniera opportunistica e vigliacca, a prendere le distanze e a fuggire prima che la nave affondi». ©riproduzione riservata