Lo sguardo basso, la voce debole e tremante. Le parole di Oksana attraversano le coscienze dei bambini delle scuole di Poggiomarino, impegnati in una manifestazione organizzata dal Comune per la festa dell’otto marzo. Per lei, originaria della provincia di Leopoli, la giornata internazionale dei diritti è l’occasione per raccontare i tormenti che vive da due settimane a questa parte, tra l’incertezza di rivedere i parenti rimasti in Ucraina a combattere e le paure di non poter più tornare, un giorno, a casa sua. All’ombra del Vesuvio è arrivata oltre vent’anni fa, in un paesino vicino a Leopoli sono rimasti i suoi parenti. «Non torneranno, hanno deciso di restare lì. E difendere la propria terra, mi hanno detto che sono pronti a tutto. Per ora fanno scorte e corrono nei rifugi». Per ora bombe e carri armati non hanno fatto ancora danni, ma si vive con la sensazione che da un giorno all’altro tutto cambierà. Emozioni che prendono il posto delle poesie, dei racconti che i bimbi leggono in quello che diventa il “giorno della testimonianza” e della sensibilizzazione contro la guerra. «La vita di noi ucraini si è fermata. Per chi vive lì e chi ha lasciato il paese anni fa. Nessuno di noi poteva immaginare tutto questo, la guerra ci fa paura. Solo la parola ci fa tremare. Il timore di non rivedere più gli zii e gli amici, non ci fa più dormire». Al convegno per la festa delle donne organizzato dal Comune era presente anche l’assessore Rachele Sorrentino, delegata all’integrazione: «Noi ci stiamo attivando con la comunità ucraina, anche con la Chiesa, per cercare di costruire una cultura di pace e di sostegno a queste popolazioni colpite», ha detto.
CRONACA
9 marzo 2022
Guerra in Ucraina, la testimonianza di Oksana da 20 anni a Poggiomarino: «La mia famiglia al fronte, la paura non mi fa più dormire»