Torre del Greco. Le anatre, già finite in passato al centro di un imbarazzante braccio di ferro tra animalisti e amministrazione comunale, si mantengono (giustamente) ai margini dello specchio d’acqua. Qualche bambino, invece, si spinge fino alla staccionata in legno prima di essere tirato via dai genitori verso zone meno «insalubri» sotto il profilo igienico-sanitario. Sullo sfondo, gli habitué dell’unico polmone verde della periferia cittadina fissano sconsolati l’ennesimo scempio all’ombra del Vesuvio: la villa del quartiere Sant’Antonio intitolata al vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto torna sotto i riflettori per le imbarazzanti condizioni in cui è ridotto il laghetto degli animali.
A meno di tre mesi dalla consegna della nuova «vasca» realizzata dal Comune per ospitare anatre e oche, il laghetto del parco pubblico si è trasformato – verosimilmente a causa della completa mancanza di manutenzione ordinaria – in una sorta di palude, dove melma e rifiuti campeggiano in «bella vista» agli occhi dei visitatori. «A metà dicembre – ricordano alcune coppie di genitori, costretti a tenere lontani i figli dal laghetto – l’amministrazione comunale aveva annunciato la “nuova vita” della principale attrazione della villa comunale: non sono passati neanche tre mesi e siamo punto e a capo».
Con buona pace dei lavori effettuati a dicembre, dopo una prima tranche portata a termine la scorsa estate. L’ennesima patata bollente per l’assessore ai parchi e giardini Cinzia Mirabella, già finita – insieme al suo «sponsor» Luigi Mele – in diverse occasioni al centro di polemiche e proteste per le condizioni in cui versano i parchi pubblici del territorio.
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