Torre del Greco. Davanti al gip Fernanda Iannone del tribunale di Torre Annunziata non si è nascosto dietro un dito. Anzi. Ha riconosciuto i propri errori e si è detto pentito delle proprie azioni: «Ero accecato dal dolore perché la delusione d’amore era stata tremenda. Ho perso la testa e ho sbagliato, ma sono pronto a voltare pagina». Sono le parole con cui il trentenne del popoloso quartiere di Leopardi – accusato di revenge porn e stalking e raggiunto a inizio settimana da un’ordinanza di divieto di avvicinamento alle vittime – ha ricostruito la tormentata relazione omosessuale e clandestina con un carabiniere della periferia cittadina, sposato con una donna successivamente diventata a sua volta oggetto della «vendetta d’amore» dell’indagato.

Assistito dal proprio legale di fiducia – l’avvocato Ivan Marcello Severino – il trentenne ha ammesso al giudice per le indagini preliminari di avere perseguitato l’ex amante, minacciando di inviare foto «sessualmente esplicite» della loro relazione extraconiugale alla moglie.

Non solo: l’uomo ha ammesso di avere lasciato pesanti insulti sulle pareti del condominio in cui abita la coppia. «è tutto vero, ma gli ultimi episodi risalgono a diversi mesi fa – ha chiarito l’indagato – Avevo già capito i miei errori e mi ero iscritto a un corso di psicologia per lasciarmi alle spalle questa storia». Non a caso, già tra fine febbraio e metà marzo il trentenne – attraverso il proprio difensore – aveva provato a chiudere in modo «pacifico» il triangolo amoroso all’ombra del Vesuvio. Al momento, senza successo. «Ma non escludo di scrivere una lettera per chiedere ufficialmente scusa per gli errori di cui mi sono macchiato», ha concluso il trentenne.

Ora costretto a «girare al largo» dai luoghi frequentati dall’ex amante-carabiniere e dalla moglie, letteralmente tempestata di messaggi contenenti offese e ingiurie dopo la fine della relazione clandestina.

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