Sul futuro immediato dell’economia incombe l’incubo Covid. Dopo un lungo periodo in cui i contagi sono stati in clamorosa discesa, da due settimane si assiste ad una ripresa della pandemia.
Sia chiaro, nulla che assomigli al periodo tragico vissuto negli ultimi due anni. Le ospedalizzazioni, soprattutto quelle che riguardano le terapie intensive, sono sotto la soglia di guardia. Ma dal punto di vista sociale, complice anche la totale riapertura e l’abbandono delle mascherine, la situazione si sta complicando.
E’ il caso della Campania dove, nella giornata di ieri, sono stati conteggiati 3383 i positivi del giorno al Covid sui 14.138 tamponi effettuati per un indice di contagio che continua a salire e raggiunge il 23,92% (ieri si era attestato al 22,24%).
Le persone decedute sono 3 nelle ultime 48 ore che si vanno ad aggiungere agli 8 deceduti in precedenza ma registrati solo ieri. I posti letto di terapia intensiva occupati sono 15 (+3 rispetto al dato precedente). Quelli di degenza ordinaria 288 (in calo di 13 unità in relazione all’ultimo dato).
“Nel corso dell’ultima settimana il numero di casi segnalati risultano in aumento mentre ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi risultano ancora in diminuzione”, ma “attualmente, non c’è evidenza che le infezioni causate” dalle varianti di Omicron “BA.4 e BA.5 siano associate ad un’aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2”. È quanto emerge dall’ultimo report esteso dell’Istituto superiore di Sanità sull’andamento del Covid in Italia.
L’Iss segnala che è “in aumento, rispetto alla precedente settimana, la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,5%)”, mentre è “stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (15%) rispetto al resto della popolazione.
Nell’ultima settimana, il 18% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 34% nella fascia d’età 5-11 anni, il 48% nella fascia 12-19 anni”. Situazione non positiva anche per il tasso d’incidenza.
“In aumento il tasso di incidenza in tutte le fasce d’età e in aumento il tasso di ospedalizzazione per la fascia d’età <5 anni ma stabile nelle altre fasce d’età benché i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento”, conclude l’Iss.
Resta l’unica strada di una nuova campagna di vaccinazione che dovrebbe ripartire a settembre per evitare nuovi colpi di coda del virus.