Roma. Le temperature estreme mettono sempre più a rischio la salute delle persone, al punto che il 2022 rischia di vedere un eccesso di mortalità simile a quello visto nella torrida estate del 2003.
E mentre l’afa prolungata ci mette sempre più a rischio di malattie trasmesse da zanzare, incluso il virus West Nile, tra gli esperti di salute cresce la preoccupazione su questi temi.
Tanto che Walter Ricciardi, ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva all’Università Cattolica di Roma, mette in guardia: “Migliaia di persone, nel mondo, stanno morendo per l’impatto di ondate calore” e “il nostro Paese, come il resto del mondo, non ha molto tempo per intervenire”.
Di questo si è parlato alla presentazione del dossier ‘Il cambiamento climatico in Italia’, presentato dall’Italian Institute for Planetary Health.
Il documento arriva in un momento di emergenza tra ondate di calore estremo, con punte di oltre 40 gradi nelle principali metropoli europee, incendi e crisi idrica.
Ma l’impatto di questi campanelli d’allarme è troppo spesso sottovalutato. Già nel 2020, infatti, l’Italia ha segnato uno degli incrementi di temperatura maggiori in tutta Europa, con +1,54 C rispetto alla media del periodo 1961-1990″ ed è considerato un hot-spot climatico ovvero “un’area che continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale. Questo ha “un impatto allarmante sulla salute pubblica”, secondo gli esperti. “I primi dati – spiega Chiara Cadeddu, docente di Igiene e medicina preventiva alla Cattolica e coordinatrice del dossier – ci fanno ritenere che nel 2022 avremo un eccesso di mortalità dovuto al caldo, come avvenuto nel 2003, quando ci fu circa il 25% in più di decessi nei mesi estivi, con punte del 32% in alcune città come Trento e Torino”.
L’Istat stimò, all’epoca, 18.000 morti in eccesso in Italia rispetto al 2002, mentre il ministero della Salute calcolò circa 3.200 decessi in più in 3 mesi nei 21 capoluoghi di regione, di cui il 98% negli over 65.
Il cambiamento climatico impatta sulla salute in vari modi: lesioni e morti causate da inondazioni, incendi o frane, aumento di problemi cardiovascolari e respiratori per ondate di calore, ma pesa anche sulla salute mentale.
Tanto che uno studio condotto nell’hinterland bolognese ha notato che per ogni grado sopra i 24, la mortalità tra gli utenti dei servizi di salute mentale, è aumentata del 5,5%. “Abbiamo non più di 10 anni per far sì che non diventi una normalità quello che vediamo oggi: ovvero la siccità della Pianura Padana, il razionamento idrico in alcune località o la desertificazione di alcune regioni”, dice Ricciardi. “Per tanti anni, gli scienziati sono stati inascoltati” e il timore è che, “con una campagna elettorale alle porte, questi temi scompaiano di nuovo dall’agenda politica”.