Napoli. Da settimane il Governatore della Campania ha cerchiato una data sul calendario: si tratta del 28 ottobre, quando, la Campania vuole portare in piazza gli studenti della Regione per dire no alla guerra.
Ma sull’organizzazione dell’evento arrivano bordate nei confronti della Regione, sia da destra che da sinistra. Anzitutto l’ente governato da De Luca ha stanziato 300mila euro per portare in piazza, gratuitamente, le scuole della Regione. “Speculare sull’altissimo valore della pace tra i popoli per diventare segretario del Pd, è una manovra così bassa che non ci saremmo aspettati nemmeno da uno come De Luca. Il governatore, però, torna a superarsi arrivando a utilizzare gli studenti – che lui stesso aveva abbandonato durante la pandemia tenendo chiuse le scuole più che in altre parti d’Italia – come claque da ‘parata sovietica’, e per portarli in piazza impegna 300mila euro di soldi pubblici”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega del Consiglio regionale della Campania. “Vogliamo ricordare che ciò avviene nella regione con la dispersione scolastica tra le più alte del Paese e dai numeri drammatici sul fronte dell’istruzione. Al riguardo presenterò apposita interrogazione consiliare per fare piena luce sulla vicenda”, aggiunge.
Anche Noi Moderati rincara la dose: “La scelta della Regione Campania di stanziare 300mila euro per la manifestazione sulla pace è del tutto inconcepibile. In un momento così drammatico per le famiglie campane, con aziende ad un passo dalla chiusura, questa cifra è uno schiaffo a coloro i quali non riescono più ad arrivare a fine mese”. Lo dichiara Pino Bicchielli, deputato di Noi Moderati, in una nota. “De Luca, con i soldi dei cittadini campani, prova a riconquistare il consenso ormai perso, non possiamo consentire l’ennesimo sperpero di denaro pubblico. Il nuovo governo dovrà prestare massima attenzione a quanto avviene in regione Campania da ormai diversi anni. – prosegue – La logica dell’uomo solo al comando non può essere consentita, dobbiamo tutelare la cittadinanza e, soprattutto, tutelare le loro tasche. La manifestazione per la pace – conclude Bicchielli – altro non è che un esercizio pleonastico, un’operazione politica messa in piedi dal presidente De Luca per distogliere l’attenzione dal suo fallimento”, conclude.
A creare disappunto anche il fatto che dalla Regione sia partita una direttiva che, in un certo senso, mette sotto tutela le scuole. A partire dagli slogan che possono essere (ovviamente quelli scritti sugli striscioni) soltanto tre.
Anche l’ex sindaco di Castellammare, Toni Pannullo, sul suo profilo social ha espresso dubbi sull’iniziativa. “La manifestazione per la pace strumento di propaganda personale insopportabile. I nostri ragazzi a casa da scuola, i pullman pagati dalla Regione” le parole affidate al profilo social da parte dell’esponente di Italia Viva, Toni Pannullo.