«Dalle primarie e dal congresso mi attendo un cambio di passo da parte di Roma. E mi aspetto un atteggiamento diverso con gli amministratori locali e i dirigenti di partito e dei territori lasciati soli».
Riccardo Zaccaro è il segretario cittadino del Pd di Portici, la città in cui anche alle ultime Politiche i Dem hanno ottenuto un ottimo risultato.
Segretario Zaccaro il tema del rapporto con gli enti locali per lei è essenziale?
«Certo, per questo mi sento vicino alle parole di Bonaccini che si è speso verso un partito che guarda agli amministratori locali. Non solo i sindaci ma anche e soprattutto i dirigenti».
Perchè secondo lei il Pd vive questo momento difficile?
«Essere stati, a fasi alterne, negli ultimi 10 anni al governo pur non vincendo le elezioni a causa del sistema elettorale, ci ha fatto appiattire. Però tante cose buone sono state fatte anche se, penso, comunicate male. Critico il partito dicendo che va cambiata la comunicazione. Per esempio anche tante cose fatte bene durante la pandemia dal secondo governo Conte in poi sicuramente non sono state pubblicizzate bene».
Oggi anche alcuni suoi colleghi chiedono nuovi strumenti di comunicazione coi giovani. Non solo i circoli.
«Guardi sono anche d’accordo ma il punto non è quale strumento utilizzare, ma anche che quelli che esistono vengono usati male visto che non si riesce ad avere una comunicano diretta e semplice. Anche nell’ultima campagna elettorale non ho visto spot efficaci. Come, con quali soldi, per fare che? Una comunicazione semplice, ma inattuata».
A Portici avete ottenuto risultati importanti anche grazie a un sindaco che sa parlare al territorio.
«Concordo perché amministrare è una palestra ottima. Ma serve anche il partito che non deve essere solo il partito dei sindaci ma devono essere coinvolti i dirigenti. A portici abbiamo vinto perché un sindaco fattivo e pratico ha fatto bene, ma siamo stati capaci pur avendo un Pd baricentrico capace di avere dentro altre liste civiche ed altri partiti, riuscendo a dialogare con tutti».
Che Pd verrà fuori dalle primarie: un partito autosufficiente o capace di attrarre?
«Il centrosinistra non può basarsi sull’autosufficienza del Pd per come è la legge elettorale. Dobbiamo guardare a tutti senza preclusioni: sia Cinque Stelle che Terzo Polo. Conte e Calenda, magari, parlino meno del Pd e facciano più opposizione al governo. Ci sono argomenti cui si può dialogare e creare alternative».
Lei voterà Bonaccini: perché?
«Mi ha convinto la sua esperienza amministrativa e politica e le sue parole su come si tengono i rapporti con gli alleati per tenere insieme un’organizzazione politica. E poi il distinguo che lui ha fatto sulle questioni locali. Sicuramente guardiamo ai gruppi dirigenti locali e non soltanto ai sindaci. E servono subito i congressi locali».