Torre del Greco. «Un certo tipo di storia dà l’idea che il Regno delle due Sicilie fosse la ‘negazione di Dio eretta a sistema di governo’. Attraverso il mio libro si prova, invece, a dare una lettura di quel sistema quantomeno più equilibrata. E lo si fa, raccontato un episodio che precedette la fine del Regno che forse neppure i napoletani conoscono: la resistenza a Gaeta dei soldati ‘duosiciliani’». Stringe tra le mani il suo volume, “Gaeta ultimo atto”, Camillo Linguella, meridionalista e approfondito conoscitore della storia che ha caratterizzato Napoli, che nei giorni scorsi è tornato nella sua città Torre del Greco.
Un testo che, partendo da una storia d’amore totalmente immaginaria, descrive fatti non solo realmente accaduti, ma ritenuti dall’autore e da tanti esperti importanti per descrivere il Regno delle due Sicilie: «Il pericolo – sottolinea l’autore Camillo Linguella – è che, quando si parla del Regno, si finisce indistintamente con l’essere inseriti nel filone della cosiddetta ‘letteratura neoborbonica’, che di per sé deve essere reazionaria.
Invece non è così. Personalmente, ho voluto ricordare la resistenza fatta a Gaeta dai soldati duosiciliani. Soldati ritenuti da un certo tipo di storia come una riedizione dell’armata Brancaleone, l’esercito di Francischiello, ma che in realtà tenne testa alle truppe sabaude per tre mesi e si arrese solo a causa di fame e tifo».
Si nota dalle parole, ferme e decise, che accompagnano la sua descrizione, che Camillo Linguella non ha lasciato nulla al caso in quella che appare una lucida ricostruzione: «Con onestà – conclude lo scrittore – bisogna dire che, quando c’è stata la spedizione nel Regno delle due Sicilie dei Mille, inizialmente una parte dei napoletani ha applaudito, ma una parte maggioritaria invece l’ha completamente ignorata. Ho voluto scegliere la forma romanzata, perché attraverso il romanzo si alleggerisce il saggio storico». (
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