Torre del Greco. Undici liste, 268 candidati e una sfilza di «alleati impossibili». Sono i numeri del campo largo – la versione «radical chic» del vecchio carrozzone politico – costruito sull’asse Pd-M5S per (provare a) conquistare la guida della quarta città della Campania e a frenare l’onda lunga del centrodestra all’ombra del Vesuvio e non solo. Dopo avere recuperato tutti i principali «protagonisti» della disastrosa amministrazione comunale targata Giovanni Palomba – a partire dall’assessore lavori pubblici Felice Gaglione fino all’assessore ai servizi tecnologici Giuseppe Speranza passando per i vari consiglieri comunali Gaetano Frulio, Luisa Liguoro, Antonio D’Ambrosio, Salvatore Gargiulo e Iolanda Mennella solo per fare qualche nome – il candidato sindaco Luigi Mennella ha imbarcato in coalizione una serie di «storici nemici» uniti dalla voglia di non perdere il posto al sole di palazzo Baronale. Una strategia potenzialmente vincente sotto il profilo elettorale, ma decisamente pericolosa in chiave di governo cittadino. Perché mettere d’accordo i «cari nemici» della coalizione potrebbe non essere un impresa semplice, con inevitabili conseguenze per la stabilità dell’eventuale amministrazione comunale a trazione Pd-M5S.
C’eravamo tanto odiati
La storia tra Domenico «Mimmo» Maida – figlio di Vincenzo Maida, arrestato e condannato a sei anni e 9 mesi per lo scandalo abusivopoli – e l’ex senatore Nello Formisano sembra un remake in salsa politica del celebre «C’eravamo tanto amati» di Ettore Scola. L’ex assessore di Ciro Borriello – all’epoca eletto con Forza Italia – alle ultime elezioni era stato lo scudiero dell’ex parlamentare in corsa per la fascia tricolore. Fallito (rovinosamente) l’obiettivo, Nello Formisano si è accomodato in consiglio comunale per cinque anni senza lasciare spazio – come da impegni – al suo frontman, con inevitabili scontri e liti pubbliche. Ora il primo è il capolista di Cuore Torrese, il secondo promotore della lista di Alleanza Democratica.
L’ex sindaco e il casilliano
Ugualmente complicata potrebbe essere la «convivenza» tra l’ex sindaco Valerio Ciavolino e Vittorio Guarino, delfino del «reuccio dei boschesi» Mario Casillo. All’epoca delle indagini relative all’appalto dei rifiuti aggiudicato alla ditta Buttol, l’ex baluardo del centrodestra non risparmiò pesanti accuse a Vittorio Guarino – al momento, estraneo alle indagini – e subordinò il suo sostegno a Luigi Mennella all’esclusione del casilliano doc. Acqua passata e tutto dimenticato. Per ora.
Scontri tra primedonne
Si ritroveranno per la prima volta insieme in coalizione il consigliere regionale Loredana Raia – l’ultima candidata a sindaco del Pd sconfitta alle urne, proprio da Ciro Borriello – e l’ex astro nascente Clelia Gorga, pupilla del governatore Vincenzo De Luca e ora presentatrice della lista Mennella Sindaco con cui punta a raccogliere più voti del Pd. Una sfida tra primedonne che non si sono mai amate e che ora dovranno (tornare a) convivere sotto lo stesso tetto politico. Così come Gennaro Torrese e Luisa Liguoro, un tempo maestro e allieva prima di essere separati (non senza veleni e accuse) dalla poltrona di presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata. Uno strappo ricucito per saltare insieme sul carrozzone del Pd.
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