Torre del Greco. I carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Palermo restituiscono due paliotti alla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Torre del Greco. Il tenente colonnello Gianluigi Marmora comandante del nucleo ha restituito a don Giosuè Lombardo, parroco della basilica pontificia, i due marmi, di grande valore religioso, storico e culturale. Alla cerimonia hanno preso parte tra gli altri Imma Ascione,già direttrice dell’archivio di Stato di Napoli, Giuseppe Maddaloni e Ernesto Pinto storici dell’arte e Andrea Leacche comandante della compagnia di Torre del Greco.Il ritrovamento delle opere preziose è avvenuto nel corso di un’indagine condotta dal nucleo, coordinata dalla procura di Siracusa, in una struttura privata di Noto nella quale sono stati sequestrati beni culturali e archeologici (tra cui mosaici, situle, testine, crateri ed altro), per un valore di 3milioni di euro circa.Grazie alla banca dati dei beni culturali sottratti del ministero della cultura, con oltre 1,4 milioni di file relativi a beni da ricercare, è stato accertato che i beni preziosi erano stati rubati nella chiesa campana nel 2013. Ora sono stati restituiti alla diocesi di Napoli. «Ringrazio di cuore l’Arma dei carabinieri, anche a nome della comunità parrocchiale e della città, per la scrupolosa opera di ricerca dei paliotti marmorei. S. M. di Costantinopoli è la più antica testimonianza in città del rapporto tra i pescatori e il culto della Madonna. Ringrazio anche gli autori per questo certosino lavoro di ricerca» ha dichiarato don Giosuè Lombardo.
«E’ un piacere restituire alla Basilica e alla collettività i due paliotti. E’ stata una lunga indagine, quando li abbiamo individuati nella zona di Noto li abbiamo comparati con le foto della denuncia, li abbiamo recuperati e riconsegnati. L’Arma crede in questo settore di indagine, che rappresenta un’eccellenza in ambito internazionale. Questa serata ci dà molta soddisfazione e dà lustro al nostro corpo» le parole del colonnello Marmora. «Da ragazzo ho frequentato i luoghi dell’apostolato del mare e ho bellissimi ricordi. La chiesa va recuperata, insieme alla piazzetta prospiciente, e va riconsegnata alla città. Il Comune farà la sua parte per quanto di sua competenza» ha spiegato il sindaco Mennella.«E’ il simbolo per eccellenza della protezione mariana ai marinari. E’ un’icona che si impone dal 1500. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli si incrocia anche con le vicende familiari di Luigi Carafa e Isabella Gonzaga che per un periodo ne avevano fatto il luogo di meditazione e di preghiera. Il libro è ben fatto e ragionato. A proposito del rapporto dell’opera dei Monti, va ricordato che quello di Torre era uno dei tre dell’Italia meridionale insieme a Napoli e Procida. L’anno da ricordare è il 1673 quando il Monte dei marinai di Torre si incontra con la chiesa di S. M. di Costantinopoli, l’anno dopo il Monte acquisisce la chiesa» le parole di Imma Ascione.