La Procura della Repubblica di Torre Annunziata chiede l’incandidabilità solo per 6 dei 14 politici citati dalla relazione della commissione d’accesso, che a inizio 2022 portò allo scioglimento per camorra del consiglio comunale di Castellammare di Stabia. Per i pm devono restare fuori dalla politica cittadina per i prossimi 5 anni: l’ex sindaco Gaetano Cimmino, l’ex vicesindaco Fulvio Calì, l’ex presidente del consiglio comunale Emanuele D’Apice e gli ex consiglieri comunali Barbara Di Maio, Lello Tito e Francesco Iovino. Secondo la Procura di Torre Annunziata, inoltre, non si deve procedere per gli ex assessori Giovanni Russo, Antonio Cimmino, Sabrina Di Gennaro, Antonella Esposito e gli ex consiglieri comunali Annamaria De Simone, Enza Maresca, Giovanni Nastelli ed Eutalia Esposito. Di fatto, la Procura ha escluso l’incandidabilità per tutti quei politici che erano stati citati solo per parentele ritenute scomode dalla commissione d’accesso, eccezion fatta per Barbara Di Maio, cognata del boss Paolo Carolei. E anche per gli ex assessori che erano stati citati nella relazione degli 007 inviati dal Ministero, per presunti favoritismi nell’assegnazione degli appalti, che in ogni caso non avevano nulla a che vedere con la criminalità organizzata. Una richiesta diversa, dunque, rispetto a quella dell’Avvocatura di Stato, che per conto del Ministero dell’Interno, punta a ottenere l’incandidabilità per tutti i 14 politici citati nella relazione della commissione d’accesso, che portò allo scioglimento del consiglio comunale. Le difese, infine, hanno sostenuto che per nessuno dei politici coinvolti ci sono i presupposti per l’incandidabilità, perché non sono state determinate responsabilità politiche che hanno favorito le infiltrazioni della criminalità organizzata nel Comune di Castellammare di Stabia. Queste, in sintesi, sono le posizioni venute fuori dall’ultima udienza del processo andato in scena ieri al Tribunale di Torre Annunziata. La palla passa adesso al collegio della prima sezione civile, presieduta dalla dottoressa Marianna Lopiano. La sentenza arriverà già nei prossimi giorni e servirà a fare chiarezza sulle presunte responsabilità personali relative allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata. Una sentenza attesa anche per l’imminenza della campagna elettorale, dato che gli scenari possono essere diversi a seconda di quelle che saranno le decisioni dei giudici. Dovesse prevalere la tesi dell’Avvocatura, il centrodestra stabiese verrebbe completamente spazzato via, ma subirebbe un duro colpo anche il centrosinistra, perdendo di fatto i tre consiglieri più votati all’ultima tornata elettorale. Se invece dovesse passare la linea della Procura, il centrodestra avrebbe la possibilità di rimettere insieme i cocci e provare a costruire un nuovo progetto, mentre il centrosinistra ne uscirebbe di fatto intatto, salvo l’esclusione di Francesco Iovino, che nel 2018 è stato il più votato tra le file del Pd.
CRONACA
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