Un patto di legalità e collaborazione tra la città, la politica e le istituzioni. È quanto chiesto dal Partito Democratico di Torre Annunziata e dal segretario cittadino Giuseppe Manto in occasione dell’incontro tenutosi giovedì sera nel circolo torrese. Un incontro partito con un’assunzione di responsabilità da parte dei dem relativamente all’attuale situazione amministrativa, con lo scioglimento per infiltrazione mafiosa, ma che rivendica il passo indietro fatto dallo stesso partito nei confronti dell’allora Sindaco Ascione prima che su di lui cadesse la scure della sfiducia e delle ombre della camorra. A moderare la serata, che ha visto ospiti Annamaria Torre, Sandro Ruotolo e Lorenzo Diana, Pierpaolo Telese rientrato ormai tra i ranghi Pd che descrive come un «partito a lungo in ginocchio ma che si è rialzato», parlando poi della responsabilità politica di questo nuovo corso di dover costruire una nuova classe dirigente. «Quando il Comune venne sciolto nel 1993 per infiltrazione mafiosa, la città e la classe politica si avvicinò alle elezioni del 1995 con uno spirito diverso rispetto ad oggi. Allora c’era fermento, cosa che oggi sembra mancare. Quelle che non mancano, invece, sono già le autocandidature alla carica di consiglieri e sindaco da parte di soggetti che si accompagnano con persone che con l’anticamorra non c’entrano nulla», aggiunge Telese. Assente all’incontro, nonostante fosse tra gli ospiti previsti, l’europarlamentare Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia, trattenuto al Parlamento europeo a causa del conflitto tra Israele e Palestina. Proprio da questo tema è partito Sandro Ruotolo, giornalista ed ex senatore che da anni vive sotto scorta per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata. «La politica che deve essere al servizio del territorio e non il territorio al servizio di qualche candidato. Bisogna essere vivi sui territori, andando dalla gente e non aspettandola, facendo battaglie sulle criticità presenti e aprendo le porte dei circoli facendo politica – sottolinea Ruotolo, che aggiunge – Viviamo in una realtà in cui c’è povertà culturale, con un gap tra nord e sud da colmare. Questo l’Europa l’aveva capito, destinando il 40% delle risorse del Pnrr al Mezzogiorno. Un gap che il Governo non vuole ridurre, proponendo addirittura politiche come l’autonomia differenziata che amplieranno il divario». Importante e incisivo l’intervento di Annamaria Torre figlia di Marcello, sindaco di Pagani ammazzato dalla N.C.O. di Raffaele Cutolo nel 1980 per essersi opposto alla camorra e ai suoi affari. Una testimonianza viva e in prima persona delle istituzioni sane e al servizio del popolo. «Papà non era un’icona ma un uomo che faceva con coscienza e responsabilità il suo dovere. Io non mi ritengo una vittima delle mafie ma una vittima collaterale di un sistema marcio – spiega la donna – È un paese, e l’ho vissuto sulla mia pelle, dove quando chiedi ciò che ti spetta di diritto spesso ti viene negato e non è più accettabile. I diritti dei cittadini vanno garantiti». Infine, è intervenuto Lorenzo Diana, ex senatore e uno dei maggiori esponenti nella lotta alle mafie, in particolare quella contro il clan dei Casalesi che progettò anche un attentato nei suoi confronti. «Torre Annunziata è una realtà dura che va affrontata con chiarezza di idee. I commissari nel 98% dei casi, quando arrivano in un Comune, provano a limitare i danni ma tra otto mesi si andrà al voto. A quell’appuntamento, noi dobbiamo presentarci come la forza del cambiamento, che sa ascoltare la città e la sappia rappresentare. La politica ha il compito di capire la realtà in cui si muove, non c’è alternativa – afferma Diana, che poi indica una delle criticità su cui il partito dovrà provare a dare risposte – Torre Annunziata ha il primato nazionale per cittadini destinatari del reddito di cittadinanza, dato allarmante di una crisi occupazionale. Questo è un tema su cui dobbiamo saper parlare».
CRONACA
21 ottobre 2023
Torre Annunziata. Patto per la legalità, il Pd: «E’ tempo di voltare pagina»