La stagione delle trattative e del tourbillon di voci in vista del ritorno alle urne a San Giuseppe Vesuviano è partita da tempo. Nella città sciolta per infiltrazioni mafiose il ritorno alle urne può rappresentare un segnale di svolta verso il futuro, dopo dieci anni la città si ritrova a dover scegliere un nuovo sindaco dopo l’intervento del governo. Se da una parte regna l’incertezza, tra le forze di opposizione i colloqui sono all’ordine del giorno. Il gruppo formato dai vari De Lorenzo, Moccia, Ambrosio e Borriello ha già intavolato varie discussioni allargando il campo anche agli ex «dissidenti» della maggioranza Carillo ed Ementato. Ma prima di discutere di chi dovrà correre per sedere in consiglio, c’è bisogno di costruire i progetti a cui attorno dovrà nascere la nuova coalizione. «Un gruppo civico e trasversale, i problemi di San Giuseppe Vesuviano dovranno venire prima dei partiti questa volta». La teoria di Antonio Borriello per lunghi tratti è condivisibile, anche perché c’è tanto da fare in una città «nel limbo» da oltre un anno di gestione commissariale. «Ai prefetti anticamorra arrivati dopo lo scioglimento non possiamo chiedere di sostituirsi alla politica».
Quali sono le condizioni di San Giuseppe Vesuviano? «Credo che per le condizioni in cui è stata lasciata la città dalla sciagurata amministrazione Catapano ci sia bisogno di parlare con tutti per costituire una sorta di comitato di salute pubblica, a cui devono partecipare tutti: i politici e la società civile. Professionisti, associazioni e volontari devono avere la forza di impegnarsi attivamente».
Altrimenti quali sarebbero i rischi? «Che in consiglio torni sempre la stessa gente. C’è bisogno di un rinnovamento politico. Anche per provare a colmare quello scollamento che da tempo stiamo vivendo con la città che ha perso fiducia nelle istituzioni».
Qual è il punto di partenza in vista delle prossime elezioni? «Riaffermare la legalità, credo sia un punto imprenscindibile per porre le basi di una discussione futura per il voto. Nelle nostre liste soltanto gente pulita, chi ha riportato condanne non può avere spazio. E diciamo “no” a chi ha supportato fino all’ultimo l’amministrazione spedita a casa per infiltrazioni mafiose. Io l’ho sempre contrastata, chi invece l’ha sostenuta non rappresenta la discontinuità. Laddove la politica s’è dimostrata debole, bisogna intervenire con fermezza».
Qual è l’aria politica in cui agirete? «Quella che fa riferimento alla maggioranza attualmente a sostegno del governatore della Campania Vincenzo De Luca. E da quel campo che partiremo, ma la discussione è aperta a tutti per un progetto civico che affondi le proprie radici sui problemi di San Giuseppe Vesuviano».
Come sarà scelto il candidato sindaco? «Io spero nel coinvolgimento dell’intera comunità. Il primo cittadino mi piacerebbe sceglierlo con i cittadini che condivideranno i nostri
Da cosa dovrà partire la nuova amministrazione? «Dai fatti urgenti. Il disastro delle scuole, il Puc, la riattivazione della macchina amministrativa, un programma migliore per la raccolta dei rifiuti. E poi giovani, verdi e viabilità».
Quale compito dovrà avere la politica nell’immediato futuro? «Coinvolgere le future generazioni a scegliere di stare dalla parte delle istituzioni. I ragazzi di vent’anni che oggi si apprestano al voto per la prima volta rappresentano la classe politica del futuro».