Torre del Greco. Venne fermato al volante di un furgone carico di rifiuti di ogni tipo destinati a essere sversati in qualche discarica abusiva ai piedi del Vesuvio: un viaggio fuorilegge da Ercolano a Torre del Greco pagato – a cinque anni di distanza – con una condanna al pagamento di 3.050 euro e alla confisca del veicolo utilizzato per il trasporto della spazzatura. È la sentenza definitiva emessa dalla suprema corte di cassazione per F.B., sessantenne della città degli Scavi, accusato di trasporto abusivo di rifiuti speciali non pericolosi e di omesse generalità agli agenti di polizia municipale.
I controlli
I fatti risalgono al settembre del 2018. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba si era insediata da tre mesi e la raccolta dei rifiuti era già diventata un’emergenza per la squadra di governo cittadino. Pronta a organizzare mirati controlli del territorio per frenare il fenomeno degli sversamenti selvaggi e incastrare gli eco-criminali dell’ambiente. Durante un’apposita operazione di pattugliamento delle «aree a rischio» ai piedi del Vesuvio, gli uomini in divisa pizzicarono F.B. alla guida di un furgone – proveniente da Ercolano – carico di rifiuti speciali non pericolosi e sprovvisto di qualsivoglia autorizzazione per lo smaltimento. In pratica, la spazzatura era destinata a ingrossare qualche discarica fuorilegge al confine tra le due città.
La battaglia legale
Già in primo grado – a marzo del 2023 – il sessantenne era stato condannato dai giudici del tribunale di Torre Annunziata al pagamento di 3.050 euro e alla confisca del veicolo. Un verdetto impugnato dell’eco-criminale – assistito dall’avvocato Renato Buonajuto, padre del sindaco di Ercolano – e trascinato davanti agli ermellini di Roma. Inutilmente. I giudici della terza sezione penale – presidente Luca Ramacci – hanno respinto il ricorso basato sul mancato accertamento della veste di «imprenditore» dell’eco-criminale e dell’occasionalità della vicenda, confermando il verdetto di primo grado. Non solo: insieme alla condanna a 3.050 euro, F.B. dovrà pagare le le spese processuali e ulteriori 3.000 euro a favore della cassa delle ammende. Una «spesa» sicuramente inferiore al costo di un regolare smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.
@riproduzione riservata