Ha scelto la foto di tutta l’amministrazione comunale per «prendere le distanze» dalle accuse fatte dal boss di Poggiomarino e capaci di gettare pesanti ombre sulle elezioni. Rosario Giugliano, l’ex killer sanguinario di Pasquale Galasso che da qualche mese è passato dalla parte dello Stato, con poche parole ha scatenato un terremoto a palazzo di città. «Ho influenzato il voto», ha raccontato ai magistrati nel tentativo di svelare ogni sua verità. Dichiarazioni, al vaglio dell’Antimafia, e capaci di mettere sotto una luce diversa la tornata elettorale del 2020: quella in cui a trionfare è stata la coalizione di centrodestra, a discapito di quella di centrosinistra sonoramente sconfitta dal risultato delle urne. Oggi, con visioni totalmente diverse, c’è chi alle parole di Rosario o’ minorenne, ha provato a dare una propria interpretazione politica. Mentre tra i fedelissimi del primo cittadino regna lo «sdegno» per quelle che vengono ritenute «accuse infamanti», dal Pd l’appello a «fare chiarezza» affinché «non trovino conferma parole destinate a riportare Poggiomarino in un passato buio». Le ombre della camorra sulle ultime elezioni amministrative sono contenute nelle rivelazioni che Rosario Giugliano ha fatto ai giudici di Torre Annunziata nel corso di un processo che lo vede imputato. Un dibattimento contraddistinto nei mesi scorsi proprio dall’annuncio de o’ minorenne di voler collaborare con la giustizia. Nell’ottica delle continue rivelazioni fatte per rivelare ai magistrati i segreti della sua organizzazione criminale – smantellata nell’ambito di un’operazione dell’aprile 2021 – il boss ha spiegato di aver «partecipato attivamente alle elezioni comunali a Poggiomarino nel 2020». «Posso dire che le ho manovrate al 100%», ha detto rispondendo alle domande degli inquirenti. «Ho avuto miei rappresentanti all’interno dell’Amministrazione Comune di Poggiomarino, finché non ho iniziato a collaborare con la giustizia. Ho ottenuto diversi piaceri – ha aggiunto – e anche appalti a ditte mie o di imprenditori vicini a me». Le dichiarazioni riportate dal quotidiano Il Mattino hanno avuto l’effetto di un sisma sulla politica locale. La verità del boss pentito – le cui dichiarazioni saranno vagliate e approfondite – è un colpo al cuore delle istituzioni. In un territorio già fortemente provato dalla debolezza della classe politica, basti pensare ai tre scioglimenti per camorra avvenuti nel giro di poco tempo tra Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e San Giuseppe Vesuviano. Tuttavia per l’amministrazione comunale che dal 2020 guida il municipio di piazza De Marinis quelle di Rosario Giugliano sono insinuazioni gravi e soprattutto prive di fondamento. Il sindaco Maurizio Falanga difende a spada tratta il suo operato e la sua squadra. «Accuse infamanti sollevate nei confronti del nostro progetto politico. Io e la mia squadra prendiamo le distanze da quanto dichiarato. Non abbiamo mai avuto contatti con delinquenti, mafiosi e camorristi» – spiega il primo cittadino di Poggiomarino – «Il malaffare è stato, è e sarà lontano dal Comune di Poggiomarino. Restiamo fiduciosi nella magistratura». Poi l’attacco dopo la levata di scudi dei dem: «Rattrista che i nostri avversari politici vogliano utilizzare a sproposito accuse infondate. Solo i poggiomarinesi e la loro voglia di cambiamento hanno influenzato il voto del 2020. Io e la mia amministrazione andremo avanti per la nostra strada, continuando a perseguire i nostri obiettivi». Dal centrosinistra la prima richiesta è quella di ottenere una commissione prefettizia subito. In una nota a firma Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, della segreteria nazionale del Partito Democratico, i parlamentari del Pd Arturo Scotto e Valeria Valente e il segretario metropolitano di Napoli, Giuseppe Annunziata chiedono «oltre ai necessari riscontri in capo alla magistratura, un urgente intervento delle istituzioni: emergono infatti dettagli inquietanti rispetto al condizionamento della vita politica e istituzionale del Comune». Nel comunicato congiunto viene anche sottolineata la necessità dell’invio della commissione d’indagine prefettizia. «Se le rivelazioni del boss Rosario Giugliano, oggi collaboratore di giustizia, trovassero conferma per la comunità di Poggiomarino, si prospetterebbe una stagione buia che pensavamo abbandonata per sempre. Le istituzioni facciano chiarezza rispetto ad un quadro inquietante che emerge dalle dichiarazioni del boss pentito che avrebbe ricevuto piaceri e appalti a ditte sue o di imprenditori vicini», aggiunge Giuseppe Annunziata, segretario metropolitano del Partito Democratico e consigliere comunale di Poggiomarino.
CRONACA
14 dicembre 2023
Il boss pentito di Poggiomarino getta ombre sul voto, il sindaco si difende: “Noi siamo puliti”