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Torre Annunziata. Una rapina al giorno, l’appello dei commercianti: «Ora basta, più sicurezza»
CRONACA
16 gennaio 2024
Torre Annunziata. Una rapina al giorno, l’appello dei commercianti: «Ora basta, più sicurezza»
Antonio Di Martino

È allarme criminalità a Torre Annunziata. A farne le spese nelle ultime settimane sono state le attività commerciali cittadine, con diversi episodi di furti e rapine. Chi ancora tiene duro in una città che conta più serrande che calano definitivamente rispetto a quelle che raccontano di nuove aperture, e in un contesto socio-economico di crisi profonda, si ritrova a fare i conti comando la soffocante morsa della criminalità che sta mettendo in ginocchio i commercianti. Non solo la criminalità organizzata che impone il macigno del pizzo, arrivando in certi casi a rilevare addirittura le attività commerciali, ma anche piccoli malviventi, schegge impazzite che effettuano furti e rapine, almeno tre tra dicembre e questi primi giorni di gennaio. Episodi che tengono sotto scacco Torre Annunziata e affievoliscono le speranze di chi ha ancora crede nella sua città e in un futuro migliore, di chi non si arrende e continua ad investire nel proprio territorio anziché cedere il passo e andare via, come hanno fatto in molti, di chi ha scelto di guadagnarsi onestamente e legalmente quanto necessario per vivere nonostante le tante false prospettive di guadagno semplice paventate dell’influente criminalità presente. L’ultima rapina è avvenuta domenica mattina intorno alle 5, vittima dei malviventi Antonio Brindisi titolare di D’Anto Burger House e conosciuto da tutti nell’area anche grazie alla sua genuinità e i tantissimi video sui social in cui sponsorizza la propria attività, che in poco tempo l’hanno fatto diventare un punto di riferimento dello street-food non solo per i cittadini di Torre Annunziata ma per l’intero territorio limitrofo. Un ragazzo semplice, onesto, che dopo una notte passata a lavorare stava tornando dalla propria famiglia quando è stato aggredito da due persone, alle spalle, che gli hanno portato via circa 1.500 €, frutti del suo duro lavoro, non prima però di averlo colpito alla testa con la pistola a pochi passi da casa sua. Una vicenda, la sua, che sembra riconducibile a precedenti avvenimenti iniziati circa un anno fa. L’uomo, infatti, come denunciato più volte attraverso alcuni video da lui pubblicati è da tempo la vittima principale di minacce, atti intimidatori e offese da parte di un gruppo di ragazzi. Quando è iniziata sembrava il classico episodio goliardico con gli stessi che, passando nei pressi della sua attività in auto, lo deridevano e insultavano. Nulla di preoccupante finché il telefono di Antonio Brindisi non ha iniziato a squillare con chiamate anonime, a cui sono seguiti centinaia di messaggi d’odio e intimidazioni attraverso i canali social. Tutto questo fino ai primi giorni del nuovo anno, con un grosso petardo fatto esplodere a pochi metri da D’Anto Burger House rischiando di ferire i presenti, e alla rapina dell’altra sera denunciata dall’uomo alle forze dell’ordine e sui social, attraverso un video. Denuncia che non ha impaurito i criminali che, anzi, hanno continuato con le loro intimidazioni rivendicando l’atto attraverso diversi account falsi, sia in pubblico che in privato, ammettendo dunque la premeditazione dell’episodio e che lo stesso non era un caso. «Non hai reagito, hai avuto paura. Non vali un proiettile, il piombo va caro», gli scrive uno degli aggressori a cui ne seguono altri, da altri profili. «Meglio vivere una vita da leone che cento da pecora come te – in risposta ad Antonio Brindisi che, nonostante tutto, consigliava al ragazzo di viversi la vita perché una – Per questo finché posso di devo far subire». Per fortuna, a fronte di questi delinquenti che avvelenano Torre Annunziata dimostrando la propria ignoranza e stupidità, sono centinaia anche i messaggi di solidarietà arrivati all’uomo da parte di conoscenti e no, di clienti e di chi si è imbattuto nel suo profilo e nella sua video-denuncia per puro caso. «Sono solidale con te e mi sento male a sentire queste cose! Purtroppo, questo paese non ha speranza», scrive un utente a cui segue il commento di un altro cittadino: «Che schifo, vai via da questa città. Ormai è morta». Ma Antonio Brindisi, come tanti altri suoi concittadini, nonostante i tantissimi episodi ai suoi danni non si è mai arreso. Perché Antonio fa parte di quella parte sana di Torre Annunziata che non ha nulla a che fare le mele marce che affossano la città, uccidendola lentamente dall’interno, di quella parte di Torre Annunziata che ogni mattina si alza per andare a lavorare e quando torna a casa deve però guardarsi intorno per paura di essere vittima della criminalità.

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