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L’allarme del vescovo: «La violenza bagna di sangue le nostre città»
CRONACA
26 gennaio 2024
L’allarme del vescovo: «La violenza bagna di sangue le nostre città»
metropolisweb

“Sono profondamente addolorato e preoccupato a causa dei recenti episodi di violenza e criminalità che hanno ancora una volta bagnato di sangue le strade della nostra città. E altrettanta preoccupazione nasce dal dramma di chi sceglie di mettere fine alla propria vita in un luogo che dovrebbe servire non soltanto a garantire la sicurezza della comunità ma anche e soprattutto la rieducazione di coloro che, avendo compiuto reati ed essendo temporaneamente privi della libertà personale, dovranno ritornare alla società in un modo nuovo improntato alla legalità e alla giustizia. Per questo guardando al Vangelo e alla Costituzione non posso che condividere con tutti il mio appello alla corresponsabilità affinché la violenza non generi altra violenza, affinché queste morti e queste ferite fermino altre morti e altre ferite, affinché si compia ogni sforzo non solo per tutelare la dignità e recuperare la vita di coloro che hanno compiuto il male ma anche perché si agisca preventivamente, mettendo al centro del dibattito cittadino l’emergenza educativa”. Così don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, in seguito alla recrudescenza della criminalità e ai suicidi che si sono verificati in carcere a Poggioreale. “E mentre chiedo a tutte le istituzioni e alla società intera di fare la propria parte senza cedere alla paura e all’indifferenza, insieme alla mia Chiesa napoletana – e in comunione con il mio confratello vescovo don Carlo Villano e la Chiesa di Pozzuoli – di fare ancora una volta un passo in avanti, diventando ancor più un avamposto di cura integrale dell’uomo e un luogo sicuro per i ragazzi e i bambini della nostra città che hanno diritto a percorsi educativi inclusivi capaci di salvarli dalla strada e dalla violenza. Si proseguirà – annuncia – con una nuova fase del patto educativo, in ogni quartiere, municipalità e comune delle nostre diocesi dove abbiamo individuato alcune parrocchie a cui è stato affidato il compito di animare nell’ambito della propria zona questo processo, dando in questo modo una spinta dal basso a un percorso che necessita di maggiore impegno e attenzione da parte di tutti. La Chiesa c’è e desidera animare e rianimare la speranza della nostra gente”.

I penalisti. “A fronte del drammatico fenomeno dei suicidi in carcere, la cui incidenza (già dieci dall’inizio dell’anno) è di venti volte più alta che nelle condizioni di libertà, del perdurante aumento del sovraffollamento (oramai prossimo a quello della sentenza Torreggiani) e del conseguente peggioramento delle condizioni di vita a cui sono costretti i detenuti ristretti in carceri ormai al collasso, sono venute del tutto a mancare, da parte del Governo, iniziative volte alla decompressione ed alla salvaguardia della dignità dei ristretti, proponendosi, al contrario, esclusivamente la progettazione di nuovi spazi detentivi, ovvero l’incremento di strumenti e di risorse in chiave puramente securitaria e di conservazione dello status quo”. E’ quanto si legge nella delibera della giunta dell’Unione Camere Penali Italiane, che ha proclamato tre giorni di sciopero dal 7 al 9 febbraio.

La situazione. “Questa mattina, nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi (AV), ho incontrato decine di giovani detenuti, molti provenienti da Istituti penali per minorenni. La loro giovane età mi ha fatto pensare a qualche progetto specifico per loro! Mi auguro che per questi giovani detenuti possa essere messo in atto qualche sezione speciale trattamentale all’avanguardia! Progetti di inclusione sociale vanno rafforzati qui a Sant’Angelo dei Lombardi dove, su 193 detenuti, c’è da mesi un solo educatore! Un vero disastro, perché senza educatori, senza figure sociali, assistenti sociali, pedagogisti, criminologi diventa complicato inserirli in progetti di responsabilità personale e collettiva e in progetti di reinserimento sociale” le parole di Samuele Ciambriello, il Garante Campano dei detenuti all’uscita dal carcere di Sant’Angelo dei lombardi dove attualmente ci sono 193 detenuti di cui 26 sono impegnati lavorativamente come tipografi, 24 in sartoria, 6 in carrozzeria, lavaggio e 8 nel tenimento agricolo e area verde. Il Garante è stato accolto nel carcere dalla Direttrice Marianna Adanti e dalla Comandante Mariarosaria Iannaccone. Il Garante Ciambriello all’uscita stigmatizza: “L’assenza di detenuti con sofferenza psichica nel reparto dell’articolazione psichiatrica,  le 10 celle sono vuote! Nella nostra regione ci sono tanti detenuti con sofferenza psichica tanto che hanno bisogno dell’articolazione psichiatrica come elemento di cura e di riabilitazione. Penso ai tanti detenuti con problemi psichici che si trovano a Poggioreale, ad Avellino, ad Ariano” dichiara il Garante. “Ho chiesto ai responsabili dei vari livelli dell’ASL di Avellino del perché di questo inutilizzo. Mi dicono che hanno già difficoltà a reperire 4 psichiatri per il territorio, hanno difficoltà di figure socio-sanitarie da inviare. Tuttavia, si impegnano a mettere su al più presto un’articolazione almeno per 10/12 posti non necessariamente a Sant’Angelo dei Lombardi che è una sede disagiata per il personale. Mi auguro che sia l’Asl che le istituzioni ai vari livelli per questa emergenza, tra il dire il fare non ci mettono il mare, ma il coraggio, il coraggio di fare al più presto” conclude il Garante che su questo tema ha iniziato una battaglia senza precedenti a Napoli.

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