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Diffamazione ai pm, a processo il fratello di Sara Aiello
CRONACA
4 febbraio 2024
Manifesti diffamatori affissi davanti al tribunale di Torre Annunziata, rinviato a giudizio il 57enne di Pimonte
Diffamazione ai pm, a processo il fratello di Sara Aiello
L'uomo si difende: «Sono estraneo ai fatti, pago la mia battaglia per ottenere giustizia»
Gaetano Angellotti

Pimonte. Insulti al procuratore capo della procura di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso e ai pm Prisco e Riccio: il tribunale di Roma rinvia a giudizio l’unico indagato che la Digos aveva individuato dopo la comparsa dei manifesti, affissi difronte al tribunale oplontino. Si tratta di Raffaele Aiello, il 57enne fratello di Sara, la donna di Pimonte scomparsa la notte tra il 2 e il 3 giugno 2015 nella sua casa coniugale di Pompei, mentre il marito la filmava con un cellulare. I fatti risalgono al 9 maggio del 2022: di fronte al tribunale di Torre Annunziata, sulle mura di un caseggiato di corso Umberto I, compaiono dei manifesti in cui vengono apostrofati con accuse pesantissime sia il procuratore capo Fragliasso che i suoi sostituti Emilio Prisco e Alessandra Riccio. Immediatamente viene aperta un’inchiesta sull’accaduto, si teme che possa trattarsi di minacce ad opera della criminalità organizzata attiva nel vastissimo territorio di competenza del tribunale, ma ben presto le indagini virano in tutt’altra direzione. Gli investigatori, pur non tralasciando alcuna ipotesi, «incrociano» i dati relativi ai fascicoli che i magistrati stanno seguendo, e uno in particolare attira la loro attenzione. Quello riguardante la scomparsa della 36enne di Pimonte, Sara Aiello. Da ormai diversi anni, infatti, il fratello Raffaele conduce una battaglia per ottenere giustizia per quello che considera senza ombra di dubbio un delitto piuttosto che una tragica fatalità. Più volte, anche davanti alle telecamere delle trasmissioni televisive che hanno ripreso il caso, sollevato per primo da Metropolis, Aiello ha adombrato forti perplessità sulla conduzione delle indagini e sulle successive scelte da parte della procura di Torre Annunziata. La pista sull’autore dei manifesti diffamatori porta dunque a Pimonte, e a inizio agosto 2022 gli inquirenti decidono di premere sull’acceleratore: le indagini, affidate alla procura di Roma – competente per reati che riguardano magistrati del distretto di Napoli – portano a una perquisizione domiciliare nei confronti di Raffaele Aiello. A casa sua si presentano i carabinieri che sequestrano il suo cellulare per esaminarne il contenuto. Nei giorni scorsi, infine, il tribunale di Roma ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Silvia Sereni nei confronti di Aiello, che, assistito dall’avvocato Alessandra Spina dello studio Vittorio Marinelli, dovrà rispondere di diffamazione aggravata. La prima udienza è stata fissata per settembre 2025. «Sono del tutto estraneo a questa vicenda – ribatte Raffaele Aiello – mi difenderò nel processo. Mi dispiace solo dover constatare ancora una volta la lentezza della giustizia italiana: per altri due anni ancora dovrò vivere con questa spada di Damocle sul capo, da innocente. Così come nel caso del processo per omicidio colposo che vedeva imputato il marito di Sara è stato determinante il fattore tempo, che ci ha portato a dover scegliere: o la prescrizione imminente o un procedimento-lampo, in cui abbiamo dovuto rinunciare a tanti testimoni pur di ottenere un verdetto. Verdetto che solo per la presenza del video, avrebbe dovuto essere diverso».

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