Fornivano passaporti falsi che permettevano a cittadini stranieri, soprattutto provenienti dai Paesi sub-sahariani e mediorientali, di imbarcarsi su voli diretti verso altri Paesi europei, senza dover passare i più rigorosi controlli previsti dai viaggiatori provenienti dai paesi extra-Schengen. I Carabinieri del Comando antifalsicazione monetaria di Roma, supportati dai Comandi provinciali di Napoli e Salerno e, per l’estensione internazionale, da Europol, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Napoli nei confronti di 9 indagati (3 posti agli arresti domiciliari e 6 raggiunti dal divieto di dimora in Campania) gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione e distribuzione di patenti di guida, carte di circolazione, documenti identificativi nazionali validi per l’espatrio, perfezionata anche mediante la contraffazione di sigilli di stato su pellicole ologrammate di sicurezza, strumentali al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonchè falsificazione e distribuzione di ingenti quantitativi di banconote di valuta estera. Stando a quanto emerso, il gruppo criminale, anche mediante intermediari stranieri, alimentava diverse filiere distributive di ingenti quantitativi di passaporti falsi in bianco, pronti per la stampa di personalizzazione perfezionata con l’apposizione delle foto e dei dati identificativi degli utilizzatori finali, il cui terminale più insidioso veniva localizzato a Malta. Il terminale estero risultava funzionale alle dinamiche di immigrazione clandestina in quanto gli stranieri, soprattutto provenienti dai paesi sub-sahariani e mediorientali, utilizzando falsi documenti identificativi nazionali, riuscivano ad imbarcarsi su voli diretti verso altri paesi europei, senza dover passare i controlli previsti dai viaggiatori provenienti dai paesi extra-Schengen.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari in Italia, nell’ambito della cooperazione giudiziaria internazionale attivata dalla Direzione distrettuale antimafia con ordine di indagine europeo, le autorità maltesi hanno proceduto alla perquisizione del soggetto individuato quale referente locale del canale distributivo. I documenti falsi, sebbene non dotati di microchip necessari per i controlli elettronici dei dati biometrici, considerando l’ottima qualità realizzativa, riuscivano a superare efficacemente i controlli visivi degli operatori di polizia preposti alle attività di frontiera. Nonostante ciò, decine di passaporti e documenti similari erano stati sequestrati in Belgio, Svizzera, Francia e Italia (negli aeroporti di Treviso, Bergamo e Pescara) nei confronti di stranieri provenienti dall’Italia o da Malta. È stata quindi sviluppata un’attività di cooperazione internazionale di polizia, coordinata da Europol, soprattutto con la polizia maltese. Le indagini avviate nel settembre 2020 dalla prima sezione Roma del Comando Carabinieri antifalsificazione monetaria, estese in campo internazionale sul canale Europol (Migrant-Smuggling) e sviluppate con il supporto specialistico della Sezione di Grafica del Ris di Roma, hanno consentito di delineare l’articolata organizzazione criminale, stabilmente radicata nella provincie di Napoli e Salerno (Napoli, Somma Vesuviana, Marano Di Napoli, Portici, Casoria e Scafati), strutturata per comparti di specializzazione e su più siti produttivi interconnessi, gestiti da soggetti associati, tutti accreditati di notevoli e diversificate competenze tecnico-tipografiche, dedita alla falsificazione e distribuzione di passaporti, titoli di viaggio per stranieri, documenti di viaggio per rifugiati, permessi di soggiorno, carte di identità e patenti di guida italiane. Lo stesso gruppo, interagendo con esponenti della criminalita’ partenopea, produceva anche: carte di circolazione straniere necessarie al perfezionamento delle procedure di nazionalizzazione, strumentali al riciclaggio di veicoli rubati in Italia e all’estero e ingenti quantitativi di banconote false da 20mila franchi congolesi, per complessivi 54 milioni, destinati all’immissione nel circuito economico-finanziario della Repubblica Democratica del Congo. È stato inoltre disposto dal gip il sequestro complessivo di beni per un valore complessivo stimato di un milione di euro circa. C