Scafati. Trentuno persone, ritenute componenti di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante nell’agro Nocerino-Sarnese e nella provincia di Napoli, sono state arrestate dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, del comando provinciale di Salerno, del gruppo di Torre Annunziata e delle compagnie dei carabinieri di Ferrara e Potenza.
I militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa (nei confronti di 36 soggetti, cinque dei quali sfuggiti all’arresto) dal gip di Salerno su richiesta della procura, nei confronti di individui indagati per “aver costituito un clan di camorra – spiega una nota – autodefinito famiglia per via dei vincoli di parentela che legano i principali indagati” e al cui vertice si pone Dario Federico di Boscoreale, il quale, come scrive il gip, “già condannato quale capo e promotore di una associazione per delinquere di stampo mafioso nel 2007 (…) spostava i suoi interessi criminali dalla storica allocazione a Pompei e Boscoreale, assumendo il controllo criminale del territorio di Scafati”, insieme al pregiudicato Salvatore Di Paolo.
Contestualmente, inoltre, il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Salerno ha eseguito un’ordinanza di sequestro di beni immobili e mobili registrati, attività economiche e rapporti finanziari, per un valore complessivo al momento stimato in circa 3 milioni di euro. Secondo l’ipotesi accusatoria, il clan, “in virtù della forza intimidatrice fornita anche dalla disponibilità di armi da fuoco, principalmente approvvigionate da Domenico Tamarisco, esponente del clan Nardiello di Torre Annunziata”, gestiva le piazze di spaccio di Scafati e delle zone limitrofe, dedicandosi anche ad attività estorsive.
Il gruppo si era trasferito dalle zone di Pompei e di Castellammare di Stabia a Scafati a seguito di un vuoto di potere correlato all’arresto (eseguito nel dicembre del 2021) di presunti esponenti di un gruppo mafioso collegato a Franchino Matrone, acquisendo una supremazia sugli altri gruppi criminali. Sono stati ritenuti provati dieci episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati, tra cui un caso avvenuto all’interno del porto turistico di Marina di Stabia attuato tramite una “stesa” da parte di soggetti arrivati sul posto a bordo di moto di grossa cilindrata.