Sant’Antonio Abate. «Come vedete, grazie a Dio stiamo ancora lavorando. Ma abbiamo bisogno della vostra presenza e del vostro supporto per continuare a farlo». E’ l’accorato appello lanciato attraverso i social media da alcuni dei 150 dipendenti del Grand Hotel La Sonrisa, il cui futuro occupazionale è in forte dubbio, dopo la sentenza di confisca diventata definitiva con la pronuncia della suprema corte di Cassazione. I lavoratori – chef, maitre, addetti di sala, camerieri ecc. – si sono subito mobilitati per tentare di ottenere rassicurazioni circa il proprio futuro. Ed è chiaro che una possibile schiarita è legata esclusivamente al prosieguo dell’attività ristorativa e ricettiva del “Castello delle Cerimonie” messo in piedi dalla famiglia Polese e ora destinato ad essere abbattuto a causa dei numerosi abusi edilizi realizzati nel corso degli anni. Attraverso i social i lavoratori hanno lanciato un video in cui chiedono ai tanti followers di stare loro vicini, anche fisicamente. «Mai come ora abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno della vostra presenza giovedì mattina. Dobbiamo manifestare affinchè il nostro urlo silenzioso tocchi la sensibilità delle istituzioni. Vogliamo che lascino aperta La Sonrisa per farci lavorare». La mobilitazione è prevista per domani mattina, dalle 9.30: un corteo pacifico partirà proprio dal Castello delle Cerimonie, in via Stabia, per raggiungere il municipio di Sant’Antonio Abate. Dove già lunedì mattina una piccola delegazione dei dipendenti aveva inscenato un sit-in, nella speranza di essere ricevuta dalla sindaca Ilaria Abagnale. L’incontro non c’era stato per concomitanti impegni della prima cittadina, che l’aveva portata quel giorno fuori da Sant’Antonio Abate. La speranza dei lavoratori è che domani invece la Abagnale possa accoglierli e rassicurarli circa il loro futuro. Sia chiaro: la soluzione non è affatto semplice. Il Comune, al cui patrimonio la sentenza ha affidato la struttura dopo la confisca definitiva, deve formalmente acquisirla. Dopo di che, ci sono solo due alternative: l’abbattimento o il riutilizzo a scopi sociali. Nel secondo caso, dovrebbe essere trovata una formula che consenta di salvaguardare i circa 150 lavoratori. Un’impresa giuridico-amministrativa sicuramente non da poco.
CRONACA
21 febbraio 2024
I lavoratori marceranno dalla struttura verso il Comune: «Trovate una soluzione per noi»
Confisca de La Sonrisa, domani corteo dei dipendenti