Lavoratori dello spettacolo in piazza ieri mattina a Napoli per protestare contro i tagli dei finanziamenti al mondo della cultura. Al presidio promosso da Cgil e Slc presenti attori come Nunzia Schiano, Antonella Stefanucci, Stefano Sarcinelli, Maria Bolignano, Rosaria De Cicco, Arduino Speranza, Franco Castiglia. “Si bloccano tante produzioni – ha ricordato Nunzia Schiano – il Festival di Giffoni è sospeso, ci produzioni teatrali che stentano a partire. Questo è un lavoro, di cultura vivono tantissime persone, ci sono famiglie che devono andare avanti, quindi bloccare questi fondi significa bloccare un’attività produttiva del Paese” le parole del’attrice. “Nel nostro mestiere, nella nostra categoria – ha affermato Gaetano Amato, attore ed attualmente deputato del Movimento 5 Stelle – sembriamo tante anime perse, ognuno cammina per i fatti propri. Manifestazioni come queste possono solo unire, possono solo far saldare diverse esigenze. Il lavoratore dello spettacolo non è solo quello che sta davanti alla macchina da presa, ma principalmente quello che sta dall’altro lato, quello che non si vede, il truccatore, lo scenografo, l’assistente, il macchinista di scena in teatro, l’autista che trasporta le scene” dichiara Amato. Presenti alla manifestazione, tra gli altri, il direttore generale di Giffoni Film Festival, Jacopo Gubitosi ed il segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa, Claudio Silvestri. Il caso più eclatante è senza dubbio quello del Festival di Giffoni. Il caso viene sollevato e portato all’attenzione della pubblica opinione nazionale, sia al Senato della Repubblica che alla Camera dei Deputati, con due interrogazioni parlamentari, come esempio lampante ed incontrovertibile di evento culturale che, grazie agli investimenti realizzati nei corsi degli anni, è riuscito ad innescare virtuosi processi di trasformazione territoriale in grado di portare crescita e sviluppo, di creare indotto, nuova occupazione e ricchezza. Un’idea che è diventata, perciò, fattore produttivo, tassello determinante di un’economia che la cultura riesce a mettere in moto. Alla Camera sono stati i deputati Anna Laura Orrico, già Sottosegretario alla Cultura, e Gaetano Amato ad interrogare il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione, il PNRR ed il Sud, Raffaele Fitto, circa la mancata sottoscrizione dell’accordo di programma tra il governo e la Regione Campania che di fatto rende possibile l’utilizzo delle risorse dell’FSC, dando così modo a tante realtà culturali campane, di rilievo nazionale ed internazionale, di poter programmare le proprie attività per il 2024. “I Fondi di Sviluppo e Coesione – continuano – sono uno strumento che ha consentito ad esperienze come Giffoni, che al Paese ha portato lustro internazionale ed al territorio d’appartenenza sviluppo economico e sociale, di poter creare industrie culturali d’eccellenza. Basti pensare che nella sola Campania, con questo stato di cose, sono a rischio dodicimila posti di lavoro”. Cgil e Slc hanno chiesto alla Regione Campania l’istituzione di un tavolo di monitoraggio che, al netto della mobilitazione per lo sblocco delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione da parte del governo, possa assicurare una programmazione per l’intero comparto culturale della regione. E’ quanto e’ emerso dall’incontro tra l’assessore regionale alla semplificazione amministrativa e al turismo, Felice Casucci, i segretari generali di Cgil ed Slc Napoli e Campania, Nicola Ricci e Gianluca Daniele e una delegazione di lavoratori del mondo dello spettacolo al termine della manifestazione promossa dal sindacato questa mattina a Palazzo Santa Lucia. “Chiederemo al ministro Sangiuliano e al governo – ha affermato Nicola Ricci – interventi concreti e lo sblocco immediato delle risorse. Questo governo deve cambiare rotta, in pochi anni siamo passati da 5 miliardi e 700 milioni a 3 miliardi e mezzo di finanziamenti per la cultura. Il ministro Sangiuliano fa solo passerelle in questa citta’ e non difende la produzione culturale della Campania. Siamo preoccupati perche’ lo scontro istituzionale tra la Regione e il ministro Fitto, che tiene bloccati i Fondi sviluppo e coesione, all’interno dei quali ci sono importanti investimenti per la cultura, non si risolve per ragioni che sembrano piu’ politiche che tecniche o di merito. Tra diretti e indiretti in Campania ci sono circa 10mila addetti in questo settore, non solo operatori dello spettacolo, ma tanta gente che quotidianamente contribuisce alla produzione culturale che consente a questa regione di tenersi stretta una posizione di tutto rispetto in uno scenario internazionale all’insegna della concorrenza”. “Il governo – ha detto Gianluca Daniele – deve restituire le risorse e sbloccare i fondi di coesione per consentire la partenza delle rassegne culturali dei Comuni, delle kermesse come il Giffoni Film Festival e delle stagioni teatrali”. Duello Fitto-De Luca La regione Campania ‘’è inadempiente’’ e ‘’ha optato per toni propagandistici, non consoni al corretto confronto istituzionale, strumentalizzando il processo istruttorio dell’accordo, il cui iter invece è stato condiviso dalle altre regioni a prescindere dagli schieramenti politici’’. Lo afferma il ministro per gli Affari europei e il sud, Raffaele Fitto, che ha inviato a tutti i sindaci campani una lettera sulla programmazione dei fondi nazionali della politica di coesione della regione. Il 16 febbraio, ‘’gli stessi sindaci hanno manifestato a Roma contro il Governo affinché sbloccasse le risorse richieste’’, prosegue il ministro. ‘’Tuttavia, l’erogazione delle risorse non poteva avvenire senza la previa acquisizione della lista completa degli interventi da finanziare. Lo stesso 16 febbraio, ho inviato una nota alla regione per sollecitare la trasmissione di tale documentazione. La regione era chiaramente inadempiente, e non il Governo. Dunque, la regione ha organizzato la manifestazione contro il Governo nella piena consapevolezza che gli stessi uffici regionali avevano omesso di inviare, a quella data, gli elementi documentali necessari a sbloccare le risorse per i comuni’’ dichiara Fitto. Sul blocco dei fondi sviluppo e coesione destinati alla Campania “gli esponenti politici del governo nazionale che vivono in Campania restano zitti, neanche una parola. È una vergogna, ma, come abbiamo imparato, la libertà è una cosa molto poco diffusa nella politica italiana. C’è qualcuno che ha deciso di combattere al di là dei colori, dei governi, dei partiti, parlando dei problemi concreti e degli interessi delle nostre comunità. Ci sono attuali rappresentanti di governo per i quali contano più le bandiere di partito e di coalizione che gli interessi delle nostre famiglie” replica De Luca.
CRONACA
2 marzo 2024
Tagli alla cultura, artisti e attori scendono in piazza: a rischio il Giffoni