Le città italiane continuano a mostrare le stesse problematiche di invivibilità e insalubrità di cui si parla ormai da troppo tempo. Napoli, secondo Legambiente, mostra ritardi sulla mobilità sostenibile.
Numeri record di veicoli privati in circolazione (600 auto ogni 1.000 abitanti) malmessa in termini di dotazione di binari e metro, e a livello nazionale risulta essere tra i comuni più colpiti dal 2010 al 2023 dagli eventi meteorologici estremi che hanno causato danni alle infrastrutture di trasporto pubblico o interruzioni al servizio.
A fare il punto, con dati e analisi, è il report “Pendolaria – Speciale aree urbane” di Legambiente diffuso oggi nell’ambito della campagna Clean Cities e che mette in luce i ritardi dell’Italia e gli impatti che gli eventi meteo estremi stanno avendo sulle infrastrutture del trasporto pubblico in tutta la Penisola. I dati parlano chiaro: in Italia la lunghezza totale delle linee di metropolitane si ferma a poco meno di 256 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Il totale di km di metropolitane nella nostra Penisola è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2). Tra le città, Napoli è lontana rispetto alle capitali europee in termini di dotazione di binari di metro. Parliamo di 1,5 km ogni 100mila abitanti, ben lontani da altre capitali quali Londra (4,93), Madrid (4,48), Berlino (4,28).
Ovviamente, in parallelo, un discorso simile vale per la quantità di stazioni presenti, con 1,2 stazioni ogni 100mila abitanti, lontano da Berlino(4,8), Madrid(4,6) e Londra(4). Dall’altro lato la Penisola si conferma la nazione più legata all’utilizzo dell’auto. Nelle aree metropolitane italiane troviamo uno dei tassi di auto di proprietà più alto del mondo. Napoli con 600 le auto ogni 1.000 abitanti anche qui lontana da Madrid dove il tasso di motorizzazione è di 360 veicoli ogni 1.000 abitanti, a Londra 351, a Berlino di 337 e a Parigi 250 Le conseguenze sono importanti, purtroppo, perché riguardano direttamente i livelli di inquinamento urbano e, indirettamente, la salute delle persone e la vivibilità delle stesse città.
Dal 2010 al 2023 in Italia sono 182 gli eventi meteo estremi che hanno avuto, ad esempio, impatti sui servizi ferroviari con rallentamenti o interruzioni causati non solo da piogge intense e allagamenti; frane dovute a intense precipitazioni, ma anche da temperature record e forti raffiche di vento. Regioni più colpite: Lazio (37), Lombardia (25) e Campania (17). Tra le città, dopo Roma troviamo Napoli con 12 casi per allagamenti e danni a binari e stazioni. Legambiente ricorda che i danni su infrastrutture e mobilità provocati dal cambiamento climatico sono tra i più ingenti e aumenteranno entro il 2050 fino a circa 5 miliardi di euro l’anno, come evidenziato da un Rapporto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2022.
Un incremento di circa 12 volte rispetto alle stime di danno attuali. Il danno complessivo, di retto e indiretto, in assenza di misure, raggiungerebbe un valore tra lo 0,33% e lo 0,55% del PIL italiano al 2050, come evidenziato da un Rapporto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2022. “La sfida che affrontano oggi le città è complessa e al tempo stesso inderogabile. Lo scenario unico possibile, e quindi vincente anche guardando all’emergenza climatica, è quello di centri urbani sostenibili in grado di offrire condizioni di vita adeguate a tutti i cittadini attraverso soluzioni ‘smart’, a costi accessibili e a zero emissioni. Serve- commenta Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania- una cabina di regia “urbana” che includa Governo, Sindaci e rappresentanze civiche per innescare una profonda riflessione politica nazionale che ponga la città e le sue periferie al centro del progetto di rilancio del Paese. Nel complesso l’immobilismo dei sistemi di mobilità urbana nelle principali città del nostro Paese si conferma essere uno dei principali problemi che da affrontare. Si deve puntare a creare le basi per un moderno trasporto su rotaia in ambito urbano, affiancando gli investimenti sulle infrastrutture con offerte articolate e interconnesse, tra tram, metro, treni regionali, mobilità dolce ed elettrica. Vanno, inoltre, pensate soluzioni che favoriscano l’intermodalità, in particolare viste le nuove esigenze che stanno emergendo in larghe fasce della popolazione, come, ad esempio, l’acquisto di treni urbani e tram pensati per il trasporto bici e di monopattini elettrici. Queste sfide non sono più limitate al pensiero degli ambientalisti e a quello dei pendolari, ma riguardano un tema di importanza nazionale su cui tanto deve ancora essere fatto”.