Ricorre tra qualche giorno l’anniversario dell’omicidio di Maurizio Cerrato e la città si prepara a ricordare il giovane padre ucciso solo per difendere la figlia da una lite per un parcheggio. Era il 19 aprile del 2021: Cerrato, 61 anni, custode nell’area archeologica di Pompei, era intervenuto per difendere la figlia che aveva parcheggiato l’auto in un posto in strada occupato arbitrariamente con una sedia dalla famiglia di uno degli imputati. L’uomo fu aggredito con una violenza inaudita e fatale fu quella maledetta coltellata al torace. Una morte assurda consumatasi davanti agli occhi della figlia. Da quel giorno la città provò a ribellarsi alla prepotenza di chi, però, ancora oggi a distanza di tre anni, continua a dimostrare che nonostante l’asfalto sporco di sangue, i blitz di vigili e carabinieri che più volte hanno provato a smantellare ostacoli abusivi, le cattive abitudini resistono. Dal centro alla periferia, nei vicoli storici e persino davanti ai simboli dello Stato le occupazioni abusive resistono. Resistono con prepotenza e arroganza e nella piena indifferenza. Rimossi temporaneamente ma fioriere, sedie, vecchi scooter dismessi, qualche transenna e persino finti cartelli pubblicitari ritornano puntualmente nello stesso posto. Ma il controsenso che fa rabbia è quando questi ostacoli spuntano davanti ai simboli dello Stato. Da qualche mese infatti in via Luigi Iacono (strada che collega con via Dei Mille), a ridosso della caserma dei carabinieri, spunta una pianta «ballerina». La pianta viene usata, come nella maggior parte degli ostacoli in città, per garantirsi dello spazio, da utilizzare come posto auto o come margine di manovra per i condomini dei palazzi di fronte la caserma dei carabinieri. Spesso spunta a confine con le strisce riservate e in altre circostanze invece lasciata al centro strada. Insomma una pianta che diventa un ostacolo per chiunque ma non per chi invece la utilizza a propria convenienza e facendolo sotto gli occhi di tutti, in primis dei garanti dello Stato, i carabinieri. Il paradosso più grande. La sfida più dura da digerire. Un doppio schiaffo alla memoria di Maurizio e della sua famiglia.
CRONACA
16 aprile 2024
Torre Annunziata, lo schiaffo a Cerrato sotto gli occhi dei carabinieri