La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia a carico di un’azienda impegnata in appalti pubblici. Il provvedimento è stato adottato, spiega una nota della Dia, “nell’ambito di un’indagine recentemente avviata nei confronti di imprenditori casertani indiziati di aver fittiziamente intestato le quote e la rappresentanza della società, impegnata nel settore dell’edilizia pubblica, al fine di preservare interessi economici di soggetti attualmente imputati poiché ritenuti contigui al clan dei Casalesi, fazione Zagaria”. Gli accertamenti effettuati hanno messo in evidenza come la società, aggiudicataria di nuovi appalti pubblici, “sia in linea di assoluta continuità, coltivandone le attività e le finalità”, con un’altra precedente società, “di cui è evidentemente il clone”, già sottoposta a sequestro nell’ambito di precedenti procedimenti penali perchè ritenuta strumentale agli obiettivi economici ed imprenditoriali del sodalizio del clan dei casalesi. La nuova società avrebbe, secondo l’ipotesi di indagine, adottato una diversa veste solo formale, con nuovi soci e nuovi amministratori, “adottando diversi artifici”, al fine di aggirare la normativa antimafia e sottrarsi a possibili misure di prevenzione, come fissare la sede legale a Roma in maniera del tutto fittizia. Cinque gli appalti che la società si è ultimamente aggiudicata, tre dei quali finanziati con fondi del Pnrr tra le province di Napoli e Caserta. Con il provvedimento eseguito sono state contestate, spiegano dalla Dia, “violazioni della normativa penale anche all’amministratore giudiziario della precedente società, già sottoposta a sequestro, per non aver adottato gli strumenti di controllo per la gestione dei mezzi e delle attività che erano stati affidati alla sua custodia e vigilanza, anche per consentire la corretta esecuzione di un appalto che era già in carico a quell’impresa, consistente nella ristrutturazione per il riutilizzo ai fini sociali di un bene confiscato alla camorra”. Il sequestro trae origine da alcuni controlli effettuati nel corso di accessi disposti dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, presso i cantieri di appalti pubblici nell’area metropolitana napoletana, eseguiti dal Gruppo interforze della Prefettura.
CRONACA
22 aprile 2024
Le mani dei Casalesi sugli appalti Pnrr, sequestrata una società contigua al clan