Torre del Greco. «Le parole di Luigi Gallo? Mi meravigliano, sì. Ha il fratello in consiglio comunale e un assessore, sua diretta espressione, in giunta: può chiedere a loro qualsiasi tipo di chiarimento o intervento». Non nasconde il proprio disappunto, il sindaco Luigi Mennella.
L’affondo a gamba tesa dell’ex deputato del M5S sulla «gestione» delle politiche sociali all’ombra del Vesuvio – un settore già finito in passato al centro di polemiche e veleni, non solo politici – ha provocato inevitabili malumori all’interno della maggioranza di palazzo Baronale. Di cui il primo cittadino – già a metà aprile finito nel mirino del «fuoco amico» dei riferimenti di Valerio Ciavolino – non fa mistero: «Sono sorpreso delle “preoccupazioni” espresse da Luigi Gallo perché proprio l’assessore del M5S sta lavorando gomito a gomito con l’assessore alle politiche sociali Mariateresa Sorrentino per realizzare un progetto estivo sulle spiagge libere della Litoranea destinato alle fasce deboli, in particolare ai diversamente abili – sottolinea il sindaco -. E’ vero: abbiamo ereditato una situazione disastrosa, ma stiamo lentamente cercando di risolvere tutte le criticità del settore».
L’ultima – in ordine di tempo – relativa all’indagine avviata dalla guardia di finanza sull’ambito 24, fino a qualche mese fa guidato da Alessandro Borrelli, fresco di nomina a dirigente del settore politiche sociali dopo la «fuga» del suo predecessore Giovanni Russo: una vicenda su cui Luigi Gallo – sempre attraverso i social, il «terreno di battaglia» preferito dal M5S – ha chiesto al sindaco di fare piena chiarezza. «Non abbiamo avuto nessuna comunicazione ufficiale su questa vicenda – taglia corto Luigi Mennella -. Se l’ex deputato del M5S è a conoscenza di ulteriori informazioni, si faccia avanti con le autorità competenti».
Insomma, la luna di miele tra il leader del Pd e i grillini sembra già finita.
D’altronde, i primi campanelli d’allarme erano già suonati con la presa di posizione di Mirko Gallo sul metodo di scelta degli scrutatori – ironia della sorte, poi, il consigliere comunale grillino è stato sorteggiato come addetto ai seggi – e con l’assenza strategica del capogruppo grillino alla seduta dell’assise per l’approvazione della manovra da 5.2 milioni, senza fondi per le deleghe dell’assessore del M5S.
Tre indizi per la prova della fine di un «amore» durato solo una campagna elettorale.
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