Il centrosinistra al ballottaggio vince in 4 comuni su 4 della provincia di Napoli.
Giuseppe Annunziata, segretario metropolitano del Pd, come giudica questo risultato?
«È un risultato straordinario che dimostra che il Partito Democratico rappresenta la vera alternativa alla destra e al governo Meloni. La vittoria ai ballottaggi a Torre Annunziata, San Giuseppe Vesuviano, Grumo Nevano e Sant’Antimo, che si aggiunge a quelle ottenute al primo turno a Castellammare di Stabia, Bacoli e Casoria, e all’ottimo risultato alle Europee, rappresenta il giusto riconoscimento a un lavoro serio, concreto, coerente e leale di tutta la comunità democratica metropolitana, del responsabile enti locali Gaetano Bocchino e dell’intera segreteria provinciale, al quale va il mio ringraziamento».
A Torre Annunziata, forse, il risultato più difficile: venivate da uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche con l’ex sindaco Dem indagato per camorra. Qual è stata la risposta della città?
«La comunità Dem di Torre Annunziata ha dato prova di grande maturità e senso di responsabilità. Non senza sacrifici e con profonda autocritica è stata in grado di proporsi alla città in una veste nuova, diventando parte integrante valida e credibile della coalizione che ha portato alla vittoria di Corrado Cuccurullo. Ora è il tempo di mettersi al lavoro per la città, c’è tanto da fare».
Qualcuno però storce il naso considerato che nella coalizione del sindaco vincitore c’era una lista riferibile all’ex primo cittadino Ascione. Lei che ne pensa?
«Credo sia tempo di guardare avanti e concentrarsi su come dobbiamo migliorare la città insieme. Abbiamo rinunciato a una lista che presentava figure discutibili. Forse con quella lista avremmo vinto al primo turno. Ma è stato un segnale chiaro da parte del sindaco Cuccurullo. Invocare parentele di persone che non fanno parte del Pd non costituisce un motivo serio di confronto».
La campagna elettorale è stata scossa dalla bufera sulle frasi omofobe dell’avversario di centrodestra. Che, in più occasioni, ha parlato di macchina del fango. Lei come lo giudica?
«Un episodio sgradevole, inaccettabile nella forma e nel contenuto. Noi siamo il partito che ha proposto ed approvato la legge regionale per il contrasto all’omotranfobia e sui temi dei diritti, in questo caso della comunità LGBTQ+, siamo propositivi, pronti e vigili a non consentire alcun passo indietro».
A San Giuseppe Vesuviano il centrosinistra non vinceva da trent’anni: che cosa avete messo in campo per ottenere questo risultato? «Innanzitutto, con il PD locale abbiamo contribuito all’ottima scelta del neo sindaco Michele Sepe, che, con un lavoro di squadra, ha condotto una campagna elettorale di prossimità ponendo al centro del programma le esigenze reali della sua comunità. San Giuseppe Vesuviano aveva voglia di cambiare, di voltare pagina rispetto a un recente passato che è stato solo sinonimo di promesse non mantenute. Con Michele Sepe è la svolta buona per rilanciare una città cruciale per l’area metropolitana di Napoli».
Guardando alla provincia di Napoli, in pratica è un monocolore Dem: questo aiuta nella gestione dei territori?
«L’unità politica può accelerare l’adozione di proposte e soluzioni ai problemi dei nostri territori, valorizzando ciascuna specificità all’interno di un disegno strategico di sviluppo più ampio, che riguarderà il rilancio dell’area metropolitana di Napoli. Intendiamo, infatti, utilizzare questa opportunità per promuovere progetti che migliorino la qualità della vita, riducano l’impatto ambientale creino nuova economia. Allo stesso tempo, vogliamo far sentire la nostra voce su temi fondamentali per il futuro delle nostre comunità e per il Mezzogiorno, a partire dall’autonomia differenziata, tema cruciale sul quale il PD non farà sconti. Nei prossimi mesi, di concerto con la nostra segretaria nazionale Elly Schlein, concentreremo il nostro lavoro e i nostri sforzi per la raccolta di firme per chiedere un referendum abrogativo sulla legge spacca Italia»
Non sempre il campo largo, vedi Torre Annunziata, è stata una risposta politica alle difficoltà. Qual è la ricetta giusta secondo lei soprattutto se ne esiste una?
«Bisogna creare un’alternativa necessaria a questa destra di governo, che rimane il nostro unico avversario, continuando il lavoro di dialogo e di sintesi con tutte le forze politiche progressiste e riformiste. Nei prossimi mesi la comunità democratica sarà chiamata a fare scelte importanti: innanzitutto il congresso regionale, a breve, per dare avvio alla piattaforma programmatica del PD anche in vista delle prossime scadenze elettorali».