Dopo circa quattro anni di indagini, crolla il castello d’accusa della Direzione distrettuale antimafia che ha firmato la richiesta di archiviazione per l’ex sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione, e per altri indagati finiti nel procedimento penale numero 4307 aperto nel corso del 2020 e risultato poi determinante per lo scioglimento del consiglio comunale.
Il nome dell’ex primo cittadino finì nel registro degli indagati con la pesantissima accusa di associazione mafiosa e lo scandalo esplose nel giorno in cui le forze dell’ordine fecero irruzione in municipio poco prima di un consiglio comunale. Vincenzo Ascione non è l’unico indagato per il quale è stata chiesta l’archiviazione. Gli altri sono Gioacchino Langella e Luisa Refuto, entrambi ex assessori di Palazzo Criscuolo, Carmine De Pascale, Rocco Manzo, ex presidente del consiglio di Torre Annunziata, Marco Varvato, Francesco Conte e Bonaventura Ammendola.
L’aggravante dell’associazione cade anche per Nunzio Ariano, ex capo dell’ufficio tecnico, e per Luigi Amendola, ex vicesindaco. Per entrambi scattarono anche le manette in relazione alla vicenda delle mazzette che furono ritrovate in tasca all’ingegnere che guidava l’Utc di Palazzo Criscuolo. Contro entrambi, il tribunale di Torre Annunziata «ha proceduto per corruzione».