Torre del Greco. Un centro di coordinamento dei soccorsi e un censimento delle aree incolte e a potenziale rischio incendio. Sono le due iniziative – promosse rispettivamente dal prefetto di Napoli e dal presidente dell’ente parco del Vesuvio – per provare a fermare i piromani capaci di mettere a ferro e fuoco i sentieri e le pinete del vulcano. All’indomani dell’ultimo rogo in località Montagnelle – le fiamme si sono successivamente «allargate» fino a Trecase, con due abitazioni evacuate in via precauzionale – il prefetto Michele Di Bari ha riunito nuovamente il centro di coordinamento dei soccorsi per seguire «con la massima attenzione» le operazioni portate avanti dai vigili del fuoco, supportati dagli operatori della società regionale Sma e dai volontari della protezione civile regionale. Presenti sul posto inoltre i militari del reparto carabinieri tutela della biodiversità. Il prefetto ha disposto la completa «cinturazione» della zona con le forze dell’ordine «a presidio della pubblica e privata incolumità».
La corsa ai ripari
Mentre proseguono le attività di spegnimento e bonifica sulle aree attraversate dal fuoco, l’ente parco progetta nuove azioni per rafforzare rapidamente la sensibilizzazione in materia di prevenzione incendi. A oggi, le attività messe in campo dall’ente parco si sostanziano nel monitoraggio e nella redazione del Piano AIB, in numerose attività trasversali legate alla bonifica e rinaturalizzazione delle aree colpite da incendio, con risvolti sulla prevenzione degli incendi boschivi, nella redazione del piano di gestione forestale e dei piani di gestione dei siti natura 2000, la cui attuazione concorre alla mitigazione del rischio incendi. Con questa programmazione l’ente parco punta a incrementare capillarmente il controllo del territorio protetto contrastando il fenomeno dell’abbandono della terra, con effetti negativi sulla produzione di biodiversità agricola e gravi conseguenze sulla fornitura di processi ecosistemici, fondamentali a garantire la stabilità degli ecosistemi e la salute umana. È infatti universalmente riconosciuto il concetto di «alto valore agricolo», prettamente europeo, che riconosce alla agricoltura di qualità e condotta con tecniche sostenibili vari aspetti vantaggiosi tra i quali la conservazione della biodiversità, il mantenimento degli habitat, e la riduzione del rischio d’incendio.
Il censimento
A partire da settembre, l’ente parco avvierà un censimento delle aree incolte e abbandonate nel territorio dell’area protetta. «Abbiamo già posto le basi per affidare queste terre a giovani agricoltori o cooperative giovanili interessate a coltivare la terra e produrre le eccellenze vesuviane conosciute in tutto il mondo» dichiara il presidente dell’ente parco nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca. «Questa iniziativa – aggiunge lo stesso Raffaele De Luca – porterà un duplice vantaggio: aumentare il controllo del territorio, grazie all’impegno degli agricoltori che, con la costante pulizia dei propri terreni, contribuiranno a mitigare le possibilità di innesco degli incendi, e offrire opportunità ai giovani che vogliono avviare attività agricole, promuovendo le tradizioni agricole locali».
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