Napoli. La Venere degli stracci fa i bagagli e saluta piazza Municipio. Dopo oltre cinque mesi di esposizione l’opera di Michelangelo Pistoletto, simbolo di rinascita e ostinata speranza, abbandona la postazione iconica grazie alla quale è diventata parte integrante del tessuto urbano di Napoli.
Esattamente a metà strada tra Palazzo San Giacomo, Maschio Angioino e StazioneMarittima, in un luogo centrale per la vita quotidiana, ogni giorno attraversato da migliaia e migliaia tra turisti e visitatori: la Venere si è inserita nell’immaginario della città e anche per questo motivo il suo non sarà un addio, ma soltanto un arrivederci.
Lo scorso 8 luglio il maestro Pistoletto ha presentato formale proposta di donazione dell’opera al Comune di Napoli: dopo un intervento di restauro e ripristino, la scultura troverà dunque una nuova collocazione nella Chiesa di San Severo al Pendino, in via Duomo. Qui sarà possibile consentire una regolare fruizione della Venere, ribadendo il ruolo dell’arte pubblica come strumento di rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio culturale della città.
Neanche il tempo di cominciare con lo smantellamento della scultura, iniziato ieri in primissima mattinata con due camion e una squadra di operai specializzati, che piazza Municipio già guarda avanti grazie all’arrivo di una nuova mostra temporanea.
A partire dal prossimo 9 ottobre al posto della Venere degli stracci ci sarà “Tu si ‘na cosa grande”, l’ultima creazione autografa del maestro Gaetano Pesce, concepita dall’artista prima della sua scomparsa, avvenuta lo scorso 3 aprile. L’opera rientra nell’ambito del programma di arte pubblica “Napoli Contemporanea”, fortemente voluto dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione. L’esposizione, carica di significato e simbolismo, sarà diretta da Silvana Annicchiarico e rappresenterà un autentico atto d’amore per la città e la sua cultura.
“L’arte e la cultura sono elementi fondamentali per la rigenerazione urbana e la coesione sociale, e Napoli, con la suastoria millenaria e la sua vivacità contemporanea, è il luogo ideale per sperimentare nuove forme di espressione artistica” commenta il sindaco Gaetano Manfredi. “La Venere degli stracci -aggiunge – ha rappresentato un esempio concreto di come l’arte possa trasformare e arricchire il tessuto urbano. Siamo impegnati a sostenere e promuovere iniziative come ‘Napoli Contemporanea’ per fare in modo che la città continui ad essere un crocevia di creatività e innovazione, un punto di riferimento culturale a livello internazionale”.
Creata nel 1967 dall’artista Michelangelo Pistoletto, la “Venere degli Stracci” è una delle opere più iconiche dell’Arte Povera, un movimento artistico nato negli anni ‘60 che si proponeva di utilizzare materiali umili e di recupero per creare opere d’arte. L’opera raffigura una Venere, simbolo classico della bellezza e dell’armonia, accostata a un cumulo di stracci colorati, elementi di scarto che richiamano l’impermanenza e la decadenza. Questo contrasto tra la perfezione del-la statua e il disordine degli stracci sottolinea la dicotomia tra ideale e realtà, tra eternità e quotidianità.
Ma la “Venere degli Stracci” non è solo un esercizio di stile o un simbolo dell’arte concettuale. Nel corso degli anni, l’opera è stata esposta in diverse città, contribuendo a rivitalizzare gli spazi pubblici e a stimolare il dibattito sociale e culturale. L’opera non solo sfida il concetto tradizionale di bellezza, ma invita anche a riflettere sul consumismo, sulla società dello spreco e sulla possibilità di rinascita attraverso la trasformazione dei materiali di scarto.
La presenza di opere come la “Venere degli Stracci” nei contesti urbani ha dimostrato come l’arte possa diventare un motore di rigenerazione sociale ed economica. Nei quartieri periferici o in aree degradate, installazioni artistiche di grande impatto possono diventare catalizzatori di cambiamento, attirando l’attenzione su aree spesso trascurate e favorendo una riappropriazione degli spazi da parte della comunità.
L’arte pubblica, infatti, non si limita a decorare la città, ma interagisce con essa, trasformando i luoghi in punti di incontro e riflessione. L’esempio della “Venere degli Stracci” è paradigmatico: ogni volta che l’opera viene installata in un nuovo contesto, essa non solo porta con sé un pezzo di storia dell’arte, ma stimola anche una nuova narrazione collettiva, fatta di partecipazione, critica e trasformazione.
In Italia e nel mondo, sono numerosi i progetti che dimostrano l’efficacia dell’arte come strumento di valorizzazione urbana. A Napoli, l’installazione della “Venere degli Stracci” ha contribuito a ridare centralità a un luogo storico, ma spesso trascurato. A Torino, la Fondazione Pistoletto ha promosso progetti di arte pubblica che coinvolgono direttamente i cittadini, invitandoli a diventare parte attiva del processo di rigenerazione.
Il maestro Pistoletto ha deciso di donare la sua opera alla città: il simbolo dell’Arte Povera nella chiesa di San Severo al Pendino
A piazza Municipio «Tu si ‘na cosa grande» di Gaetano Pesce
La nuova installazione è l’ultima creazione autografa del maestro, scomparso il 3 aprile scorso