Se davvero si vuole riformare la legge sulla cittadinanza, una mediazione va trovata, tra maggioranza e opposizione ma anche all’interno dello stesso fronte. E tra ius scholae e ius soli arriva la proposta di legge ‘made in Italy’. Già depositata in Parlamento dal vicecapogruppo dem Paolo Ciani, leader di Demos, vuole essere un punto di incontro per contemperare i testi di Pd ed M5s, unendo la coalizione. Ma non solo. E’, infatti, un chiaro messaggio a Forza Italia per vedere se l’apertura degli azzurri sullo ius scholae sia solo una finta agostana. Se invece si fa sul serio, la proposta è sul tavolo. Ciani racconta di essere ripartito dalla sintesi che aveva fatto il percorso più lungo in Parlamento, lo ius culturae, facendone “un modello italiano, che tiene conto delle specificità del nostro Paese”. “La cittadinanza italiana non può essere concessa in modo automatico come vuole la sinistra. Però permettere a centinaia di migliaia di persone di diventare cittadini italiani a tutti gli effetti è un diritto che non possiamo negare a chi ha studiato in Italia, a chi si è integrato e si riconosce nei valori del nostro Paese”, è la risposta via social di Forza Italia ribadendo la serietà delle proprie intenzioni: “c’è bisogno di una legge giusta e Forza Italia c’è”, sottolineano gli azzurri. Ma a sinistra i timori che si ripetano copioni già visti nel passato, ci sono. E la possibilità che prevalga il vincolo di governo sulla scelta parlamentare, come ha osservato Ciani, è la spada di Damocle che ondeggia pericolosamente sul dibattito. “Un’intera generazione cresce e rischia di restare straniera nel Paese che sente come proprio, dove è nata e si è formata”, ha infatti osservato l’esponente dem. Dunque serve una riforma, che potrà esserci trovando mediazioni. Di qui la pdl made in Italy, con l’apertura estesa anche ai bambini arrivati in Italia entro i 12 anni, che compiano un ciclo scolastico, o per chi arriva per il ricongiungimento dopo i 12 anni ma che abbia completato un ciclo scolastico. Il partito guidato da Tajani, contro lo Ius soli, con la rivendicazione dello ius scholae, ha reso possibile una comunione di intenti con l’opposizione, allarmando in particolar modo la Lega che assieme al leader Matteo Salvini, rimarca il proprio no: “Non scherziamo”, la modifica della legge “non è negli accordi di maggioranza. Punto”, replica Stefano Candiani a Nevi. A farsi notare è anche il generale ed eurodeputato leghista, Roberto Vannacci: “Per dirla con una battuta che circola online: se uno nasce in una scuderia non è un cavallo”. Il partito della premier Giorgia Meloni non commenta, aspettando forse che si sgonfi il dibattito. Intanto è chi in Forza Italia firmò e fece passare un testo alla Camera, a rilanciare: “Se Forza Italia recuperasse il mio testo e si mettesse insieme a una proposta di opposizione come quella di Paolo Ciani” ci sarebbe “una legge già fatta e approvata”, ha infatti proposto Renata Polverini.
L’idea di Tajani. “Ma mica ho sentito Schlein per fare un inciucio. Né lavoro ad un accordo sottobanco con il Pd. È solo quello che pensiamo, da sempre. È quello di cui ha bisogno il nostro Paese. Ragazzi, l’Italia è cambiata! Abbiamo ricevuto in due anni 170 mila ucraini. È la nostra storia, l’impero romano accoglieva, in Sicilia è pieno di cognomi di origine araba. Abbiamo comunità arbereshe: ma sono italiani, eh! Il mio stesso cognome è di origine araba. Negli Usa qualcuno pensa che non siano buoni americani gli italoamericani? Nancy Pelosi non è americana? Alain Delon aveva la nonna di Cassino. Sarà la mia educazione cristiana, ma per me non esistono differenze di colore o etnia. Un buon italiano è chi crede nell’Italia, la conosce, la difende. Quanti militari figli di stranieri ci sono nel nostro esercito? E poi gli atleti, le scuole in cui vanno i nostri figli. Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci”. Lo afferma il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Lo ius scholae “non è nel programma, ma nei programmi di governo -aggiunge il ministro- non sempre c’è tutto, si possono arricchire. Non è la nostra priorità, che sono altre: l’economia e l’emergenza carceri. E però non siamo un partito unico, ognuno ha le sue idee. Non c’è stata nessuna trasformazione di Fi, lo ius scholae lo voleva già Berlusconi. Neanche Ursula era nel programma di governo: noi l’abbiamo votata, Meloni e Salvini legittimamente no. Non è che cade il Governo se abbiamo votato diversamente su Von der Leyen o se portiamo avanti le nostre idee sulla cittadinanza” afferma il leader forzista. “Ripeto: nessun inciucio col Pd, nessun tradimento. Ma se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea. I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello ius scholae . Detto ciò, c’è tempo. Prima -conclude Tajani- ne voglio parlare con i gruppi di Fi. E sarebbe un’iniziativa dei nostri parlamentari, non del Governo”. “In questi giorni assistiamo a una stucchevole politica della rassegna stampa. Non si puo’ parlare di cittadinanza solo dopo le Olimpiadi perchè non serve a niente. Ci sono 1,5 milioni di ragazzi che vivono nel nostro Paese che sono e si sentono italiani, che parlano il dialetto e vanno a scuola con i nostri figli ma non hanno i diritti di cittadinanza perchè nel nostro Paese c’è una legge vetusta. Una legge che rende proibitivo avere la cittadinanza a chi nasce da genitori stranieri. Lo Ius Scholae si presenta così come una legge sacrosanta. Mettiamoci mano abbandonando gli steccati ideologici: ci sono più proposte di legge su questo, una a mia prima firma, riprendiamo il dibattito avviato la scorsa legislatura. Facciamo le cose che servono al Paese non le cose che servono per convenienza” dice la vicecapogruppo del M5s alla Camera Vittoria Baldino.