C’è un emendamento del governo al decreto Omnibus all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato che stabilisce il bonus di Natale. L’idea è questa: un’indennità di 100 euro per il 2024 destinata ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore a 28mila euro e con coniuge e almeno un figlio fiscalmente a carico. Di fatto sarà riservato alle coppie ufficialmente sposate e non a quelle di fatto e sarà rapportato al periodo di lavoro svolto (se il contratto è stato avviato dal primo luglio il lavoratore avrà diritto alla metà della somma, cioè a 50 euro). La richiesta deve attestare per iscritto di averne diritto, indicando anche il codice fiscale della moglie e dei figli.
Lo hanno chiamato Bonus Natale, e arriverebbe con le tredicesime di fine anno. L’idea è che il bonus non concorra alla formazione del reddito complessivo del lavoratore, e di conseguenza i 100 euro in busta paga saranno netti. L’una tantum, tuttavia, sarà riconosciuta su richiesta del lavoratore che attesta per iscritto di avervi diritto. La misura ha un impatto sui conti dello Stato di cento milioni, e non soddisferà invece le esigenze delle famiglie.
Secondo il il Codacons, il Bonus Natale in arrivo con le tredicesime è una mancetta vergognosa del governo che non risolve i problemi delle famiglie e offende i cittadini meno abbienti. «Bonus una tantum come questo sul Natale rappresentano una misura spot poco utile, una strada già tracciata dai precedenti governi che si è dimostrata fallimentare sul fronte dei consumi e del sostegno ai nuclei in difficoltà», scrive il Codacons in una nota.