Torre del Greco. Un mazzo di fiori bianchi appoggiati sul suo banco di classe, un commovente messaggio per ricordare i momenti di spensieratezza trascorsi con gli amici e un filare di palloncini bianchi con un messaggio semplice e diretto: «Ciro vive sempre con noi». Così i compagni di scuola del sedicenne volato giù da una finestra del secondo piano dell’istituto Eugenio Pantaleo hanno voluto ricordare l’amico morto all’ospedale del Mare di Napoli dopo due notti di agonia: un gesto d’affetto sincero per confermare il forte legame con lo studente ipovedente iscritto al secondo anno dell’istituto superiore per ragionieri e geometri.
Nessuna voglia di parlare, solo la richiesta di rispettare un dolore improvviso e insopportabile: «Non c’erano stati segnali di sorta, Ciro non aveva mai accennato a problemi o difficoltà», si limitano a dire alcuni amici.
Concetti già messi nero su bianco dai carabinieri della caserma Dante Iovino, impegnati a trovare una spiegazione al gesto estremo del sedicenne di vico Sportiello, stretta traversa tra via Gradoni e Canali e via Antonio Luisi.
Al momento, gli investigatori escludono sia la presenza di terze persone quanto Ciro P. è caduto da un’altezza di circa 10 metri – il sedicenne aveva raggiunto la sua classe in netto anticipo rispetto al suono della prima campanella – sia l’ipotesi di un volo «spinto» da precedenti episodi di bullismo. D’altronde, lo stesso dirigente scolastico Giuseppe Mingione aveva sottolineato – già durante le prime frenetiche ore successive al tragico volo – come il sedicenne fosse bene inserito nel contesto della classe e benvoluto da tutti i compagni.
Di qui, la scelta degli investigatori di cercare nella vita privata dello studente le ragioni di quello che finora viene considerato un suicidio.
Sulla vicenda la procura di Torre Annunziata vuole vedere assolutamente chiaro. Per tale ragione, gli inquirenti potrebbero disporre – a dispetto della chiara dinamica dell’incidente – l’esame autoptico, prima di riconsegnare la salma ai familiari per i funerali.