Napoli. Dall’inizio dell’anno in Italia si è registrato un aumento di miocarditi nei bambini, che in molti casi sono stati più gravi del solito e hanno causato 8 decessi. Almeno la metà sono state associate al Parvovirus B19, l’agente responsabile della quinta malattia.
È quanto segnala a un’analisi condotta dalla rete di sorveglianza italiana Inf-Act e pubblicata su Eurosurveillance, rivista dello European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc).
Nei mesi scorsi, soprattutto a cavallo dell’estate, diversi Paesi europei – compresa l’Italia – hanno registrato un aumento dei casi di infezioni da Parvovirus B19. Di pari passo, racconta Alfredo Guarino, professore di Pediatria all’Università Federico II di Napoli, “abbiamo cominciato a vedere un aumento di casi di miocardite nei bambini e ancor più negli adolescenti. Inoltre, spesso si trattava di casi più gravi del solito”.
Allertata la rete Inf-Act, ci si è accorti che il fenomeno riguardava tutti i centri coinvolti in questo network costituito con risorse Pnrr all’indomani della pandemia proprio con l’obiettivo di riconoscere tempestivamente minacce emergenti. Complessivamente, da gennaio a ottobre sono stati registrati 65 casi di miocardite, con un picco nel periodo estivo e una maggiore frequenza negli adolescenti (37%) e nei maschi (40%). Circa la metà dei casi (32) è risultata positiva al Parvovirus B19, ma un terzo dei bambini contagiati non è stato sottoposto ad analisi per ricercare l’agente responsabile, quindi è probabile che questo dato sottostimi la realtà.
“Sappiamo che il Parvovirus B19 è un agente che può causare miocarditi, ma in genere non sono così gravi”, aggiunge Guarino, che dirige il reparto di Malattie infettive pediatriche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli.
In questo caso le miocarditi hanno causato invece 8 decessi e nella quasi totalità dei casi si trattava di bambini sani. Dopo il picco estivo, sembra che il fenomeno stia rientrando.
Gli esperti si interrogano però sulla causa. “È possibile che siano comparse mutazioni nel virus e che ciò si rifletta sulle manifestazioni cliniche. Oppure che sia cambiato qualcosa nell’immunità dopo Covid-19”, spiega ancora Guarino. “Non lo sappiamo ancora: stiamo studiando tutte le ipotesi”. Mentre la ricerca fa la sua strada, dallo studio emergono però importanti informazioni pratiche.
Per i genitori innanzitutto: “Non c’è bisogno di allarmarsi: il Parvovirus B19 è un agente eclettico, ma le infezione che causa sono nella grande maggioranza dei casi del tutto benigne”, spiega il pediatra. “Alla luce di questi nuovi dati, però, bisogna avere qualche cautela in più. I genitori devono fare attenzione soprattutto nei casi di febbre alta che si protrae per più di 5-6 giorni e, soprattutto, se compare dolore al petto. Di fronte a questo sintomo, è bene segnalarlo tempestivamente al medico”.
Indicazioni anche per i medici. “È bene che tutti i bambini con miocardite vengano sottoposti a test per il Parvovirus, ma anche che nei bambini con infezioni da Parvovirus vengano condotti approfondimenti per verificare la salute del cuore”, precisa. Lo studio, inoltre, mostra che solo un terzo dei pazienti con miocardite è stato trattato con immunoglobuline. “Questo trattamento dovrebbe essere esteso a tutti i casi”, conclude Guarino.