Castellammare. Abbandonata dai genitori biologici, accudita in comunità, ora ha trovato la sua nuova famiglia. Bianca (nome di fantasia) ha poco più di un anno ma può già raccontare una storia meravigliosa dove il protagonista è l’amore, quella forza invisibile che vince su ogni cosa, che lega le persone e non le allontana più. Una storia che dà uno schiaffo ai pregiudizi, alle diversità e alle difficoltà che si possono incontrare lungo il proprio percorso. Bianca ora ha due papà, Matteo e Lucio, che nei prossimi mesi concluderanno le procedure per l’adozione definitiva ottenuta grazie ad una legislazione speciale. La piccola ha vissuto gran parte della sua vita in una casa famiglia di Castellammare gestita dalla cooperativa Rugiada. Si chiama Batuffoli di Cotone, una struttura dove si accudiscono bimbi che hanno avuto storie difficili. E’ nata con una disabilità, la famiglia originaria per questo l’ha abbandonata. Così sono entrati in azione i servizi sociali che l’hanno affidata, praticamente appena nata, alla casa famiglia. Lì è stata accolta dalla equipe coordinata dalla dottoressa Rosa Cioffi, che tra mille difficoltà manda avanti il lavoro più difficile che ci sia: costruire un futuro partendo dalle macerie. Eh sì, perché quello dell’educatore è un mestiere complesso fatto di delusioni, fallimenti e solo di piccole soddisfazioni sporadiche. Poi ci sono quegli avvenimenti meravigliosi che ti ripagano per tutti quegli sforzi fatti. Uno di questi è quando un bimbo trova la sua nuova famiglia e lascia quella casa dove è cresciuto. Quei giorni sono sempre speciali, ricchi di emozioni contrastanti. Si organizza la festa, si prepara un dolce, e le mura di quella casa che ogni giorno ascoltano storie terribili, almeno per quelle poche ore, si riempiono di gioia. Ieri è arrivato il giorno di Bianca. Matteo e Lucio, originari della Sicilia, arrivano nella struttura. Sono emozionati anche loro. Intorno alla coppia ci sono tutti i fratellini e le sorelline di Bianca, i bimbi che stanno aspettando il loro giorno. Al centro c’è la piccola tenuta in braccio da un’educatrice. Appena i papà varcano il corridoio della struttura lei si volta, li guarda e accenna un sorriso come per dire «Ecco, sono arrivati i miei papà». Una frase detta con naturalezza, perché nel cuore dei bimbi non esistono diversità, non ci sono differenze tra un “tipo” di coppia e un altro. Per loro c’è solo un desiderio, quello di essere finalmente amati. Si passa un pomeriggio tra giochi e, per qualche volta, con qualche dolcetto e bibita gasata in più. Poi arriva il momento più difficile da affrontare, quello del saluto. Gli educatori e i nuovi genitori si fermano un attimo. Insieme ricordano tutti i sacrifici fatti. Prende la parola uno dei papà: «Abbiamo adorato Bianca dal primo giorno», si ferma per un’istante, l’emozione è tanta. «Anche lei vi ama», dice un’educatrice. Il papà a quel punto riprende fiato e si fa forza: «La nostra vita è cambiata in positivo. Spero che in tanti ci prendano come esempio. Non solo qui, ma in tutta Italia ci sono bimbi che hanno bisogno d’amore. E’ un percorso difficile, che ti cambia, ricco di insidie, ma per cui vale la pena lottare perché alla fine si raggiunge l’amore». Gli ultimi abbracci, e il saluto a Bianca di chi fino a quel momento l’aveva cresciuta. La nuova famiglia si avvicina all’ingresso della casa. La piccola saluta tutti per un’ultima volta. Poi la porta si chiude. Il tonfo generato si amplifica, si sente nelle caviglie. Per un attimo sale quel pizzico di amarezza perché Bianca, quella bimba che hanno sempre amato tutti, non sarà più lì in quella casa ogni giorno. Poi passa tutto perché si pensa al suo futuro, fatto di una vita dove finalmente ha conosciuto l’amore più grande, quello incondizionato dei genitori verso un figlio. @riproduzione riservata
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