Napoli. Per rintracciare un uomo che ritenevano debitore del clan Mazzarella, radicato ed egemone nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, Napoli est, e nell’hinterland vesuviano di una grossa somma di denaro legata a una partita di droga, non hanno esitato a rapire un minore, figlio della compagna del presunto ‘debitore’.
È quanto emerge dall’ordinanza del gip di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, in base alla quale stamane son state eseguite dai carabinieri di Cercola dieci misure cautelari di cui 5 in carcere e le restanti tra obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di dieci persone, legate al clan Mazzarella e De Luca-Bossa-Minichini.
L’uomo, inizialmente, aveva manifestato la sua intenzione di collaborare con la giustizia, ritrattando successivamente perché la famiglia non lo avrebbe seguito nel programma di protezione.
Dalle indagini è inoltre emerso che il clan Mazzarella avevano rapito il figlio minore della compagna come ‘reazione’ a una possibile collaborazione con la giustizia. Il debito imputato all’uomo ammontava a 70mila euro, secondo quanto raccontato alle forze dell’ordine dalla madre del minore rapito e compagna di Oliva: la donna ha riferito che “gente” di San Giovanni a Teduccio teneva “in ostaggio il figlio”.
Il ragazzino viene riportato a casa nel pomeriggio. Il debito era dovuto al fatto che l’uomo, nel frattempo, era stato arrestato e ne era seguito anche il sequestro della partita di cocaina. In carcere, secondo quanto poi riferito dall’uomo, sarebbe prima stato minacciato e dopo avrebbero tentato di avvelenarlo con acqua e candeggina.