In un mondo lacerato da conflitti e attraversato da un profondo senso di incertezza, migliaia di cuori si sono levati oggi in un’unica invocazione: pace. A Pompei, dinanzi alla Madonna del Rosario, si è celebrata come ogni 8 maggio la Supplica, ma stavolta il momento di preghiera ha assunto un significato ancora più denso, segnato dalla drammatica attualità internazionale e dall’attesa del prossimo Papa. A presiedere la celebrazione è stato il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che ha aperto la Messa con parole cariche di spiritualità e consapevolezza storica: “Sono a Pompei perché sempre ho bisogno della Madonna di Pompei, ma sono lieto di essere qui anche per invitare tutti voi a pregare perché la Madonna intervenga presso lo Spirito Santo perché soffi forte, perché sia eletto il Papa di cui hanno bisogno la Chiesa di oggi e anche il mondo di oggi, travagliato da tante guerre”. Un messaggio che ha trovato eco durante la Supplica stessa, quando il cardinale ha lanciato un appello accorato: “Per arrivare alla pace ci vuole una trattativa onesta”. Il riferimento è a conflitti che continuano a devastare intere nazioni: “Certo, oggi il mondo è travagliato da un problema grandissimo: la guerra. C’è quella tra la Federazione Russa e l’Ucraina, che porta conseguenze in tutta l’Europa, e poi quella che insanguina la terra dove Cristo è nato, dove ancora oggi si invoca la pace, ma la pace non c’è”. Il porporato ha poi sottolineato le ferite invisibili e profonde lasciate dalla guerra: “La guerra è distruzione di ricordi, ma soprattutto morte di persone. Persone che rimangono senza padre, senza uno della propria famiglia. Non solo viene distrutta la propria casa, ma anche ospedali, scuole. Dopo la guerra non resta più niente. Tutto questo ha gravi conseguenze sull’educazione delle generazioni future”. Un monito che nasce anche dalla condivisione all’interno del Collegio cardinalizio: “I porporati hanno voluto esprimere prima di tutto la preoccupazione perché questa pace tarda ad arrivare, e poi un appello: che ci si impegni per la pace”. “Per questo oggi preghiamo la Madonna di Pompei – ha concluso – e speriamo che anche il Beato Bartolo Longo ci dia una mano”. A margine della celebrazione è intervenuto anche monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo-prelato di Pompei e delegato pontificio del Santuario della Beata Vergine del Rosario: “Il Santuario di Pompei è particolarmente legato ai Papi: è pontificio. La nostra preghiera oggi è per il Papa. Lo portiamo nel cuore. Nella mente di Dio già si sa chi è, la Madonna già lo conosce”. “È un motivo in più per pregare – ha aggiunto – per colui che sarà il Vescovo di Roma e il pastore della Chiesa Universale”. Tra le navate del Santuario e la piazza colma di fedeli, la Supplica di quest’anno ha risuonato come un inno collettivo alla speranza, tra la paura del presente e la fiducia nel Cielo. Un’eco potente, che da Pompei si è alzata per attraversare il mondo.
CRONACA
8 maggio 2025
Pompei, migliaia di fedeli in piazza per la Supplica. “Preghiamo perché lo Spirito Santo soffi forte sull’elezione del nuovo Papa”