Il Duomo di Napoli, sede vescovile dell’arcidiocesi della città partenopea, è conosciuto anche come Cattedrale di Santa Maria Assunta ed è uno dei simboli più significativi della città. Situato nel cuore del centro storico, rappresenta non solo un punto di riferimento religioso ma anche un monumento architettonico che incarna storia, cultura e fede. Come raccontato la settimana scorsa la costruzione di questa fabbrica, voluta da Carlo II d’Angiò alla fine del XIII secolo, fu realizzata inglobando i resti di due antiche basiliche paleocristiane: quella di Santa Restituta e quella della Stefanìa. I lavori durarono oltre un secolo e furono completati soltanto nel XIV secolo sotto la dinastia angioina. L’edificio subì nei secoli numerosi restauri e rimaneggiamenti a causa sia di eventi calamitosi come terremoti che dovuti alle mutate esigenze culturali e stilistiche, essendo oggi la sintesi di elementi gotici, barocchi e neogotici. Il Duomo custodisce il battistero ad immersione più antico di tutto l’Occidente, nonché la Reale appella del Tesoro di San Gennaro che conserva tutte le reliquie del santo patrono. Esso è certamente una delle più importanti chiese cittadine sia per quanto riguarda l’importanza religiosa che sotto il profilo squisitamente architettonico, essendo il risultato della fusione di più stili che come detto vanno dal gotico originario trecentesco, al barocco seicentesco, al neogotico ottocentesco. La facciata, completamente rifatta nel XIX secolo, è caratterizzata da tre portali e da un grande rosone centrale. All’interno, il Duomo si presenta a tre navate, con ricchi altari barocchi, cappelle laterali e affreschi che testimoniano l’opera di grandi artisti napoletani. Il soffitto cassettonato del Duomo di Napoli, uno degli elementi più spettacolari e decorativi dell’edificio, è, inoltre, un’opera di grande valore artistico e storico. Risale al XVI secolo, e fu realizzato tra il 1598 e il 1601, durante i lavori di rinnovamento voluti dal cardinale Alfonso Gesualdo. Questo tipo di soffitto è detto “cassettonato” perché suddiviso in cassettoni (rientranze quadrangolari o poligonali), decorati con intagli dorati, cornici modanate e dipinti su tavola.All’interno dei cassettoni vi sono tele dipinte da celebri artisti del tempo come Luca Giordano e Giovanni Lanfranco. Il soffitto celala copertura a capriate lignee, migliorandone l’acustica e isolando termicamente l’interno. Esso, come molti soffitti lignei decorativi dell’epoca, fu realizzato utilizzando il metodo dell’incannucciata,una tecnica che consiste nell’utilizzo di canne di palude legate a una struttura lignea (travi o orditura) e ricoperte con uno strato di intonaco a base di calce, sabbia , gesso e cocciopesto per poi essere, infine, dipinte o decorate. A causa del degrado di questo soffitto l’incannucciata originaria fu sostituita, dall’alto da tiranti metallici che oggi sostengono la copertura attraverso un ingegnoso intervento di restauro progettato del compianto prof. Roberto Di Stefano. Il Duomo è, inoltre, celebre soprattutto per custodire le ampolle del sangue di San Gennaro, che si liquefa tre volte l’anno: il 19 settembre (festa del santo), il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Esso, quindi, non è solo un monumento artistico, ma un luogo di profonda identità collettivaper ogni napoletano.
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19 giugno 2025
Duomo di Napoli: sintesi di gotico, barocco e neogotico