Il corteo partito da piazza Mancini ha cinquemila anime tormentate. Rivendicano il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. La cifra è quella fornita dai sindacati, e al netto dell’esattezza della stessa, c’è la concreta preoccupazione di chi non ha più fiducia nel domani. Di chi è preoccupato. Di chi chiede garanzie al governo.
Sono gli operai metalmeccanici di Fim Fiom e Uilm della Campania, scesi in piazza per chiedere che si «garantisca un futuro all’industria e all’economia». Gli striscioni di Leonardo, Hitachi, Schneider, quelli degli appalti di manutenzione dei policlinici e di tante realtà produttive in crisi, sfilano per le strade, accanto a loro i segretari generali di Fim Cisl e Uilm Campania, Giuseppe Di Francesco e Crescenzo Auriemma e il segretario generale Fiom Cgil, Michele De Palma.
«Rivendichiamo il rinnovo del contratto nazionale. Vogliamo aumentare i salari, dare stabilità ai rapporti di lavoro, certezza a chi rischia la vita dentro i luoghi di lavoro». ha detto Michele De Palma, che ha spiegato le ragioni dello sciopero nazionale unitario di 8 ore dei metalmeccanici per riconquistare la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. «Ci sono manifestazioni regionali in tutta Italia, scioperiamo e chiediamo di sedersi al tavolo della trattativa e al governo di fare pressione sulle imprese perché si rinnovi il contratto».
Il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, aggiunge: «Un sindacato moderno combatte, lotta e sciopera per il salario, ma combatte, lotta e sciopera anche per lo sviluppo, perché ci sia un’industria e un’occupazione sostenibile capace di tirare fuori tutte le potenzialità inespresse». La rigidità di Federmeccanica, evidenzia, «è legata solo agli atteggiamenti del governo che ondeggia tra un’idea incomprensibile di industria e di manifattura per le quali non si investe e non si rilancia e quella di un lavoro che diventa sempre più precario. Nel nostro Paese manca una vera politica industriale, in Europa le aziende italiane perdono il loro peso specifico. L’atteggiamento di Federmeccanica, in questo contesto, è incomprensibile negando gli aumenti e una trattativa seria».
La Uil Campania sostiene le ragioni dello sciopero dei metalmeccanici: «Sono passati troppi mesi e Federmeccanica continua a mantenere una posizione ostile senza la volontà di rinnovare il contratto», dice Giovanni Sgambati, segretario generale. «Questo rinnovo è troppo importante per il Paese e, nel Mezzogiorno, ha un valore ancora più pregnante, perché siamo il territorio in cui non è diffusa la realizzazione dei contratti integrativi, quindi il Ccnl è l’unico strumento che permette di aumentare retribuzioni e rafforzare le tutele per i lavoratori e le lavoratrici. Inoltre, il contratto è l’unico modo che abbiamo per colmare quel divario di reddito tra Nord e Sud del Paese».