Social World Film Festival, Abel Ferrara: dal Bronx di New York agli scenari di guerra in Ucraina
CULTURA, YOUNG
25 giugno 2025
Social World Film Festival, Abel Ferrara: dal Bronx di New York agli scenari di guerra in Ucraina
Metropolis, Barbara Pia Vadalà

In un tempo dove, la crudeltà della guerra sembri non lasciar spazio a null’altro se non al dolore, “Turn in the Wound”, proclamato film sociale dell’anno al Social World Film Festival apre la finestra su uno degli scenari più strazianti dell’ultimo decennio, il conflitto in Ucraina.

Il film, firmato Abel Ferrara, è interamente ambientato nei luoghi, resi ormai rasi al suolo, della guerra. Il regista è voluto entrare nel vivo del conflitto: non solo combattimenti, il rumore delle bombe e dei palazzi che crollano, Abel Ferrara ha voluto raccontare il silenzio della sofferenza, quella sofferenza che arriva lacerando e distruggendo vite di migliaia di persone.

Al centro della narrazione l’incessante ricerca della libertà, quella libertà che resiste attraverso l’arte e la cultura, una resistenza basata su chi, alla guerra, ha deciso di rispondere con delicatezza ed emotività. Una scelta ardua, coraggiosa, che rende “Turn in the Wound” autentico e dinamico.

Era il 2022 quando, Abel Ferrara raduna la sua troupe e parte per i luoghi segnati dal conflitto: non immagini registrate, non video tagliati o modificati in alcun modo, Ferrara sceglie di raccontare la verità, quella verità per cui, solo attraverso essa, il mondo può conoscere ciò che, in Ucraina, sta realmente accadendo.

Un’esperienza diretta accompagnate dalla sfera emotiva rappresentata perfettamente da Patti Smith, definita la “sacerdotessa” del rock, la quale, attraverso le parole e la musica, ha saputo accompagnare un racconto di resilienza. «Il bello del cinema, della telecamera sta nel fatto che, tutti, hanno la possibilità di esprimere ciò che pensano, ciò che provano», così, Abel Ferrara ai microfoni del Social World Film Festival.

«Il cinema è uno strumento potente. E’ importante comunicare non solo attraverso il linguaggio ma anche con l’utilizzo delle immagini». Inoltre, il regista, sceneggiatore ed attore statunitense, racconta a Vico Equense, il suo profondo legame con Napoli, con la sua gente ed il suo mare: «Mio nonno, da parte di padre, viveva a Sarno. Io sono nato a New York ma cresciuto nel Bronx, un quartiere dove, a vivere, erano maggiormente italiani, napoletani ed immigrati». «Un’infanzia bellissima»,così la definisce Ferrara.

«Un’infanzia dove, a crescermi ed educarmi, sono stati valori importanti: l’amore, la famiglia, la religione e la cultura». Gioventù trascorsa lì dove, la vita va respirata, amata ed apprezzata in tutto ciò che ha da offrirti.

Abel Ferrara, della propria esperienza di vita, ne ha fatto un vero e proprio capolavoro d’arte, mixando perfettamente politica, amore e cronache personali.