Omicidio di Boscoreale, il killer di Nappo confessa: «Non ho sparato per uccidere»
Una lite e un avvertimento finito male, non un agguato mortale premeditato. È questa la nuova chiave di lettura che emerge dalle dichiarazioni dei due giovani arrestati per l’omicidio di Ciro Nappo, ucciso a Boscoreale nella notte tra sabato e domenica. Dopo essersi costituiti ai carabinieri di Torre Annunziata, Antonio Bruzzese e Giuseppe Esposito hanno raccontato agli inquirenti la loro versione dei fatti, che getta nuova luce sulla dinamica della sparatoria avvenuta in Piazza Pace. Secondo quanto riferito, tutto sarebbe iniziato alcuni giorni prima, a seguito di una lite tra uno dei due e un componente del gruppo di cui Nappo faceva parte.
Un diverbio degenerato in tensioni e minacce reciproche, culminate nella decisione dei due ragazzi di presentarsi in piazza per un confronto o, come hanno dichiarato, per «intimorire il gruppo». L’intento, sostengono, non sarebbe stato quello di uccidere. Tuttavia, quella che doveva essere una dimostrazione di forza si è trasformata in tragedia. Tre i colpi esplosi, uno dei quali ha raggiunto Nappo all’ascella, rivelandosi fatale. Gli amici della vittima lo hanno trasportato d’urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, ma per il diciottenne non c’è stato nulla da fare. Gli investigatori della Direzione distrettuale antimafia di Napoli continuano a lavorare per chiarire il contesto del delitto e verificare se dietro la lite si nascondano legami con ambienti criminali locali.

