Castellammare. I D’Alessandro pronti a mettere le mani sull’appalto del nuovo ospedale
CRONACA
12 novembre 2025

Castellammare. I D’Alessandro pronti a mettere le mani sull’appalto del nuovo ospedale

Metropolis

Il clan D’Alessandro aveva già pianificato di mettere le mani sui lavori per la realizzazione del nuovo ospedale che sarà costruito nella zona dismessa delle Nuove Terme a Castellammare di Stabia. E’ quello che emerge in una intercettazione telefonica tra Michele Abbruzzese – affiliato storico alla cosca di Scanzano e tutt’ora secondo la Dda uomo di spicco dell’organizzazione criminale – e la moglie, Petronilla Schettino, finita in manette ieri mattina con l’accusa di essere affiliata al clan D’Alessandro. Abruzzese confida alla consorte che le somme di denaro che il clan avrebbe incassato dalle attività illecite da mettere in essere per i lavori di realizzazione del nuovo nosocomio sarebbero finite direttamente nelle mani dei boss Pasquale D’Alessandro, Vincenzo D’Alessandro, Pasquale D’Alessandro alias o’nir (attualmente in carcere con il fine pena fissato per la primavera dell’anno prossimo), Paolo Carolei, e Luigi D’Alessandro (alias Gigginiello, padre di Pasquale o’nir e fratello del padrino defunto Michele D’Alessandro). La telefonata in questione fa riferimento al 27 maggio scorso, poco prima che Abruzzese venisse arrestato nell’ambito dell’inchiesta Domino III. La donna durante la conversazione si lamenta con il marito sui fallimenti amministrativi e economici che hanno portato la città di Castellammare a perdere le sue eccellenze come le Terme e altre aziende chiave del territorio alludendo alla sola esistenza del «cantiere», chiara allusione allo stabilimento stabiese di Fincantieri. Abbruzzese, però, ricorda alla moglie del progetto imminente per la costruzione del nuovo ospedale ricordando alla consorte che appena «saranno messi mano ai lavori» i boss sarebbero stati già pronti ad entrare nell’affare. La costruzione del nuovo ospedale è uno dei progetti più ambiziosi della Regione Campania per Castellammare, un appalto da oltre 200 milioni di euro. Un affare troppo ghiotto per un clan che, da quanto emerge nelle inchieste, ha da sempre messo i suoi tentacoli nella Sanità pubblica, aggiudicandosi appalti attraverso le aziende intestate ai prestanome. Nell’ultima indagine, ad esempio, la polizia ha acceso i riflettori sulla Copma, ditta con sede legale a Ferrara che si occupa della pulizia e dell’igienizzazione dell’ospedale San Leonardo, nella quale risultano assunti in qualità di dipendenti i familiari di alcuni esponenti del clan D’Alessandro, e in particolare la moglie di Michele Abbruzzese, Petronilla Schettino, e una parente del boss Paolo Carolei. Il nome della ditta è finito nell’inchiesta perché, da quanto ricostruito dagli agenti di polizia, sarebbe sorta una diatriba tra i parenti degli affiliati del clan D’Alessandro sulla suddivisione del monte ore. «Litigio» su cui sarebbero poi intervenuti direttamente il boss Paolo Carole e Michele Abbruzzese, coinvolgendo le proprie conoscenze nel mondo dei sindacati. Che il clan D’Alessandro sia infiltrato negli appalti delle pulizie all’ospedale San Leonardo emerge anche in altre inchieste. L’ultima, quella che ha portato al commissariamento della Juve Stabia, ha acceso i riflettori sulle aziende di Luigi Calabrese, genero del boss Luigi D’Alessandro alias Gigginiello, che prestavano servizio anche allo stadio Romeo Menti di Castellammare. La prefettura ha notificato alle due aziende il provvedimento dell’interdittiva Antimafia eliminandole dalla «white list» delle società che possono ottenere appalti da enti pubblici. In particolare, dalle inchieste dell’Antimafia, è emerso che nelle due ditte fossero assunti i parenti di affiliati al clan D’Alessandro ma anche di altre organizzazioni criminali alleate, come i Gionta di Torre Annunziata. Ma andando a ritroso nel tempo il clan D’Alessandro nel corso della sua esistenza aveva messo le mani su altri settori del San Leonardo, come quello delle ambulanze e della fornitura di mascherine.