L’effetto Higuain inizia a sentirsi. O meglio, la popolazione napoletana l’ha già avvertito. Una scossa, quella dovuta al passaggio dell’argentino alla Juventus, che ha generato sotto al Vesuvio un terremoto senza precedenti. Un terremoto calcistico, s’intende naturalmente. Sì, perché i dati degli abbonamenti sono calati drasticamente, ancora più “neri” di quelli della stagione precedente. Numeri preoccupanti che De Laurentiis sta cercando di cancellare a partire dalla prossima sfida casalinga col Bologna, dove i prezzi delle curve sono stati dimezzati dopo i 40 euro previsti col Milan. Gli abbonamenti del Napoli sono circa 5000 e il calo s’è provato a giustificarlo con l’addio di Higuain e un mercato decollato solo al fotofinish. Tra l’altro ci sono stati altri episodi che hanno peggiorato la situazione, come la contestazione nei confronti di De Laurentiis e la scissione della Curva A. Non a caso nella prima al San Paolo, quella contro il Milan, i tifosi presenti sono stati appena 27, 231. Complice l’estate e l’assenza dei sostenitori napoletani in città per le vacanze, così come i prezzi troppo alti previsti. Però, a preoccupare sono i dati nel complessivo. Tutti gli stadi italiani non sono più pieni come in passato. Secondo una ricerca del Centro Studi di DynamiTick, nelle prime due giornate di campionato sono stati 426.388 gli spettatori che hanno riempito gli spalti degli impianti in Italia per un calo del 5% rispetto alla scorsa stagione e addirittura del 9% se messo in confronto coi numeri di due stagioni fa. La percentuale di riempimento è scesa al 51% e i biglietti rimasti invenduti toccano la soglia del 49%. Numeri che non si ripetevano dal 2008-09.
E il Napoli sorride solo a metà: gli azzurri sono rientrati nella classifica della top 20 degli stadi col maggior incremento di spettatori in Europa. Il San Paolo ha avuto un incremento medio di 6.883 presenze a partita, superando gli score di Juve, Real Madrid e Barcellona.