«Sì, lo ammetto: ho accoltellato mio figlio. Ma la mia è stata una reazione, aveva cominciato lui a prendermi a bastonate con una mazza da baseball e io ero caduto a terra». Antonio Napodano, 61 anni che di mestiere raccoglie il ferro vecchio, ha raccontato alla polizia la sua verità su quanto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica al rione Savorito, tra le palazzine del post-terremoto dove vivono entrambi i protagonisti di questa brutta storia familiare. Giuseppe, 40 anni, alias Peppe l’avvocato, con precedenti per droga, figlio di Antonio e della sua prima moglie, è in un letto d’ospedale in gravi condizioni: ieri è stato trasferito dal San Leonardo a Caserta per esse-re sottoposto a un intervento chirurgico alla vescica. Dopo 12 ore in cui si sono alternati silenzi, bugie e mezze verità da parte di tutti i testimoni, Antonio Napodano, assistito dall’avvocato Francesco Schettino, ha raccontato la sua versione dei fatti. E’ ancora a piede libero, al momento nessuna misura cautelare a suo carico.
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