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Piano di Sorrento. I resti di Daniela ritrovati in un bosco dopo 13 anni
CRONACA
10 settembre 2016
Piano di Sorrento. I resti di Daniela ritrovati in un bosco dopo 13 anni
metropolisweb

Sono di Daniela Sanjuan i resti ritrovati in un bosco fuori Perugia. La ragazzina di Piano di Sorrento sparì dalla comunità “Piccolo Carro” di Bettona all’età di 14 anni la sera del 23 ottobre 2003. Un mistero in parte risolto ieri a 13 anni di distanza grazie a un test genetico. Il raffronto tra il campione di cranio della giovane e il Dna della madre, Anna Malvone, ha dato esito positivo. La svolta è stata svelata ieri dalla redazione di “Chi l’ha visto” che ha pubblicato la notizia sul sito del programma. I resti della ragazzina furono rinvenuti nel bosco di Bettona, in località Acqua Minerali, a pochi chilometri da Perugia e dalla comunità che ospitava Daniela. Era il 20 febbraio 2013 quando alcuni cacciatori si imbatterono in un frammento osseo e informarono subito le forze dell’ordine. Si pensò immediatamente alla quattordicenne di Piano di Sorrento. Tant’è che i primi responsi svolti sul campione furono chiari: «È un cranio umano». Le indagini ripartirono a tambur battente. Poi lo sprint. Lo scorso 20 luglio fu prelevato il Dna della madre di Daniela. I campioni, comparati con il frammento, ora confermano che quel cranio è di Daniela Sanjuan. Il verdetto, come riporta “Chi l’ha visto”, è stato comunicato alla madre della quattordicenne dal sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini, titolare dell’indagine della Procura perugina. Come è morta Daniela? È stata ammazzata? O è rimasta uccisa per un incidente durante una fuga dalla comunità? Si allontanò spontaneamente? Venne invogliata a scappare? O fu rapita? Domande a cui gli investigatori vogliono dare risposta. La famiglia di Daniela non ha mai smesso di lottare per la verità. Anche se ieri ha scelto il silenzio ricevendo messaggi e pensieri da amici e conoscenti. La bacheca Fb di Ester Sanjuan, la sorella di Daniela, è stata invasa da centinaia di dimostrazioni di affetto. La famiglia Sanjuan è di origini argentine. Il padre della quattordicenne, un ballerino, durante una tournee in Italia negli anni Ottanta, conosce Anna, originaria della penisola sorrentina. E se ne innamora. I due si sposano e nascono le due figlie, Daniela ed Ester. Poi la separazione. L’uomo lascia l’Italia e si stabilisce in America, a Miami. La nonna paterna invita le bimbe e la loro madre a casa sua, a Buenos Aires, in Argentina. Ma dopo due anni Anna e le figlie tornano in Italia, in penisola sorrentina, a Sant’Agnello. Sola e senza amici, Daniela decide di raggiungere il padre. Resta a Miami sette mesi. Ed è qui che avviene qualcosa di tragico. La ragazzina più volte finisce in ospedale e dà segni di problemi psichici. Un dramma che si acuisce al ritorno in Italia. La madre, sostenuta dagli assistenti sociali, la fa entrare nella comunità “Piccolo Carro”, a Bettona, che si occupa di assistenza a minori in difficoltà. Daniela tenta di fuggire. Due tentativi falliti. Non il terzo. Sempre se si tratta di fuga. La quattordicenne scompare la sera del 23 ottobre 2003. Non è l’unica. Negli anni successivi anche altri giovani spariscono dalla comunità. Tra cui Sara Bosco, sedicenne ritrovata morta per droga a Roma lo scorso giugno. La lista inizia da Daniela: un giallo risolto, parzialmente, dopo 13 anni. E che sarà al centro di un altro filone investigativo.

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