È una macchina da soldi, fredda, cinica. E priva di scrupoli. Un sistema che è impossibile gestire, figurarsi controllare. È il web, quello più oscuro. La rete fatta di migliaia di siti che riproducono a rullo filma-ti a sfondo pornografico. Un traffico da decine di milioni di dollari al mese. È in questo tritacarne che è finita la vita di Tiziana Cantone, la trentaduenne morta suicida la settimana scorsa dopo che un filmato amatoriale ripreso in un momento di intimità le aveva rovinato l’esistenza. La Procura di Napoli nord ha aperto un’inchiesta e quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Ma c’è dell’altro. I filmati – perché secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sarebbero sei i video rimbalzati sul web – sono stati sottoposti a blocco per ordine dell’autorità giudiziaria. Motori di ricerca e siti hot sono stati diffidati dalla pubblicazione e dalla divulgazione del materiale. Un dato facilmente verificabile digitando nelle stringhe di ricerca il nome della trentaduenne di Mugnano. Ma il web, quello più oscuro, il “deep web” ha maglie molto larghe. Ecco che la vita di una ragazza, la sua storia e la sua dignità vengono valutate, segnate da un prezzo. Un costo. Poco più di 10 dollari, tanto vale per il web il ricordo di Tiziana Catone. Siti specializzati nella ricerca di materiale pornografico, infatti, hanno rimosso dalle pagine in “chiaro” i filmati hot in cui la giovane di Mugnano era protagonista. Ma non li hanno cancellati. Compaiono nelle sezioni a pagamento. È il caso di “Hamster”, dove la ricerca delle parole “Tiziana+Cantone” porta ad una schermata in cui l’utente è invitato ad iscriversi al canale “gold member” per poter accedere ai contenuti. Iscrizione che ha un costo: 9,99 euro.
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